CROCIERE: VELENI TRA LIVORNO E LA SPEZIA
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CROCIERE: VELENI TRA LIVORNO E LA SPEZIA
Guerra delle crociere
Livorno attacca Spezia
Livorno - Quando Giuliano Gallanti sale sul palco per il saluto di rito, tutti si aspettano che ci sia un riferimento in particolare. Perché Gallanti fa il presidente del porto di Livorno e nella sua città si tiene l’Italian Cruise Day. Crociere, parola che divide tutti i porti dell’alto Tirreno, anzi li unisce contro uno scalo: La Spezia.
Manca solo il riferimento esplicito, ma è difficile sbagliare: «La concorrenza tra i porti nelle crociere è un problema. È irrazionale e spero non prevalga. Le regole devono essere uguali per tutti». Nella mente di Gallanti e non solo, c’è l’ordinanza del presidente, con cui il numero uno del porto spezzino, Lorenzo Forcieri, attua la sua politica di espansione nel settore.
Ma non è sul palco che Spezia passa di bocca in bocca. Tra un caffè e l’altro, a Livorno danno ragione a Genova e sono pronti, sussurrano nei corridoi, una volta ottenuto l’accesso agli atti, a impugnare quell’ordinanza, la seconda fase della guerra delle banchine.
Qui le crociere sono affare della Porto di Livorno 2000, la società che gestisce i terminal (il secondo aprirà il 9 novembre e qui sono certi che non fornirà più alibi alle compagnie per non scegliere lo scalo labronico). A capo della società c’è Roberto Piccini che più che risposte, formula domande: «Perché a Spezia le navi attraccano su una banchina militare? Quali condizioni economiche sono state fatte agli operatori? Se uno approfitta di un momento di difficoltà dell’altro offrendo condizioni economiche migliori, mica si può dire che abbia fatto sistema. Ne va della qualità dei servizi».
Gli spezzini alla giornata delle crociere sono rappresentati da Davide Santini, segretario generale dell’Authority. Due passi in buvette e sbotta: «Non è possibile per l’Autorità portuale abdicare alla promozione di un segmento di mercato nello shipping. Il Consorzio Discover La Spezia svolge attività di supporto all’accoglienza turistica ma non gestisce stazioni marittime di proprietà pubblica».
È la sua ordinanza che ha scatenato la guerra: «Ma se l’avessi sbagliata, Forcieri mi avrebbe licenziato». Ma qui parlano tutti di concorrenza sleale: «Mi meraviglia! A Livorno la stazione marittima realizzata con fondi pubblici, è gestita da una società che ha ottenuto la concessione in affidamento diretto in apparente inottemperanza alle disposizioni comunitarie in materia di trasparenza, concorrenza e libero accesso al mercato».
Da tempo la Porto di Livorno 2000 deve privatizzarsi e Piccini, a poca distanza dal “Santini furioso” promette che entro l’anno la questione sarà risolta, magari con un percorso che preveda l’ingresso della Regione Toscana negli azionisti. Ma il segretario generale di Spezia è un fiume in piena e arriva il siluro anche a Genova: «Stazioni Marittime vanta 290 mila metri quadrati di concessioni demaniali, cioè cinque terminal passeggeri e 12 accosti, in affidamento diretto per periodi cospicui anche in questo caso in apparente inottemperanza alle disposizioni comunitarie in materia di trasparenza, concorrenza e libero accesso al mercato». La guerra rischia di essere infinita. Genova e Livorno vogliono sapere anche la tariffa applicata: «È quella dell’ordinanza – dice Forcieri al telefono – 4,70 euro a passeggero anche nel 2013-2014».
Simone Gallotti
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Livorno attacca Spezia
Livorno - Quando Giuliano Gallanti sale sul palco per il saluto di rito, tutti si aspettano che ci sia un riferimento in particolare. Perché Gallanti fa il presidente del porto di Livorno e nella sua città si tiene l’Italian Cruise Day. Crociere, parola che divide tutti i porti dell’alto Tirreno, anzi li unisce contro uno scalo: La Spezia.
Manca solo il riferimento esplicito, ma è difficile sbagliare: «La concorrenza tra i porti nelle crociere è un problema. È irrazionale e spero non prevalga. Le regole devono essere uguali per tutti». Nella mente di Gallanti e non solo, c’è l’ordinanza del presidente, con cui il numero uno del porto spezzino, Lorenzo Forcieri, attua la sua politica di espansione nel settore.
Ma non è sul palco che Spezia passa di bocca in bocca. Tra un caffè e l’altro, a Livorno danno ragione a Genova e sono pronti, sussurrano nei corridoi, una volta ottenuto l’accesso agli atti, a impugnare quell’ordinanza, la seconda fase della guerra delle banchine.
Qui le crociere sono affare della Porto di Livorno 2000, la società che gestisce i terminal (il secondo aprirà il 9 novembre e qui sono certi che non fornirà più alibi alle compagnie per non scegliere lo scalo labronico). A capo della società c’è Roberto Piccini che più che risposte, formula domande: «Perché a Spezia le navi attraccano su una banchina militare? Quali condizioni economiche sono state fatte agli operatori? Se uno approfitta di un momento di difficoltà dell’altro offrendo condizioni economiche migliori, mica si può dire che abbia fatto sistema. Ne va della qualità dei servizi».
Gli spezzini alla giornata delle crociere sono rappresentati da Davide Santini, segretario generale dell’Authority. Due passi in buvette e sbotta: «Non è possibile per l’Autorità portuale abdicare alla promozione di un segmento di mercato nello shipping. Il Consorzio Discover La Spezia svolge attività di supporto all’accoglienza turistica ma non gestisce stazioni marittime di proprietà pubblica».
È la sua ordinanza che ha scatenato la guerra: «Ma se l’avessi sbagliata, Forcieri mi avrebbe licenziato». Ma qui parlano tutti di concorrenza sleale: «Mi meraviglia! A Livorno la stazione marittima realizzata con fondi pubblici, è gestita da una società che ha ottenuto la concessione in affidamento diretto in apparente inottemperanza alle disposizioni comunitarie in materia di trasparenza, concorrenza e libero accesso al mercato».
Da tempo la Porto di Livorno 2000 deve privatizzarsi e Piccini, a poca distanza dal “Santini furioso” promette che entro l’anno la questione sarà risolta, magari con un percorso che preveda l’ingresso della Regione Toscana negli azionisti. Ma il segretario generale di Spezia è un fiume in piena e arriva il siluro anche a Genova: «Stazioni Marittime vanta 290 mila metri quadrati di concessioni demaniali, cioè cinque terminal passeggeri e 12 accosti, in affidamento diretto per periodi cospicui anche in questo caso in apparente inottemperanza alle disposizioni comunitarie in materia di trasparenza, concorrenza e libero accesso al mercato». La guerra rischia di essere infinita. Genova e Livorno vogliono sapere anche la tariffa applicata: «È quella dell’ordinanza – dice Forcieri al telefono – 4,70 euro a passeggero anche nel 2013-2014».
Simone Gallotti
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ivanapi- Press Reporter
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Località : civitanova marche
Re: CROCIERE: VELENI TRA LIVORNO E LA SPEZIA
Dopo lo scippo....comunque se Livorno fosse state efficiente non sarebbe accaduto.
Sonia75- Terzo Ufficiale
- Messaggi : 220
Data d'iscrizione : 04.10.13
Re: CROCIERE: VELENI TRA LIVORNO E LA SPEZIA
Sonia il problema é quello di un utilizzo di una area militare a dispetto di ogni regola e legge ... Un po' come se a noi fosse concesso di viaggiare nella zona riservata all'autista ...
masca1973- Moderatore
- Messaggi : 5108
Data d'iscrizione : 14.08.10
Età : 50
Re: CROCIERE: VELENI TRA LIVORNO E LA SPEZIA
Aria militare? Caspita! Questa mi era sfuggita!
Giovanni- Galleria Fotografica
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Località : Roma
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