CANTIERI STX MESSI IN VENDITA
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CANTIERI STX MESSI IN VENDITA
La resa dei coreani:
Stx abbandona l’Europa
Genova - Da conquistatori a fuggitivi. Il passo è stato più breve del previsto per i giganti coreani della cantieristica navale. Cinque anni dopo l’operazione che fece gridare al “pericolo asiatico” per l’industria europea, e che costrinse l’Eliseo ad acquisire il 34% della società per salvaguardarne - si disse - il futuro, il gruppo Stx ha annunciato ieri sera la vendita degli stabilimenti francesi Chantiers de l’Atlantique di Saint-Nazaire, oltre ai siti produttivi di Finlandia e Cina. Il 43,15% di Stx Energy starebbe per essere ceduto, invece, al fondo di private equity Hahn & Company.
Stx, che detiene il 50,01% dello storico cantiere navale francese (seimila i dipendenti, fra diretti e indotto), da mesi è alle prese con una situazione finanziaria delicatissima, che ha già portato alla vendita della divisione offshore Osv all’italiana Fincantieri e dello stabilimento norvegese di Florø al gruppo Westcon. Non solo: la holding Stx Corporation e molte delle sue filiali stanno proponendo ai creditori la ristrutturazione di un debito stimato dalla Korea Development Bank in 8 miliardi e mezzo di euro. «La crisi del settore navalmeccanico è tale da rendere inutile ogni tentativo di riportare i conti in pareggio», spiegava ieri un analista. Eppure solo quattro mesi fa il governo francese annunciava in pompa magna la fine dell’agonia per il cantiere di Saint-Nazaire, grazie al contratto da oltre un miliardo di euro firmato con la compagnia Royal Caribbean per la costruzione della terza unità della classe “Oasis”, le navi da crociera più grandi mai costruite. Il primo ministro Jean-Marc Ayrault aveva parlato di «boccata d’ossigeno» e «fine dell’emergenza», con un entusiasmo secondo solo a quello dei sindacati.
Resta da capire, ora, quale sarà la sorte di Saint-Nazaire, che in Francia è considerato - a ragione - un pezzo di storia del Paese. Il problema non sembra essere tanto il prezzo d’acquisto, che peraltro Stx non ha ancora fissato, ma il futuro di un settore schiacciato dalla più grave crisi del Dopoguerra. «Non ci sono alternative: il governo deve nazionalizzare il cantiere navale, come i lavoratori chiedono da anni», ha tuonato il portavoce del sindacato Force ouvrière (Forza operaia) appena saputa la notizia della volontà di Stx di farsi da parte. Una boutade condivisa anche da associazioni di orientamento moderato, ma che si scontra con una situazione macroeconomica disastrosa, la stessa che ha portato i coreani alla ritirata. «Stx France è un’azienda sana, che non ha problemi di indebitamento e che ha un buon portafoglio ordini: trovare un azionista di riferimento non dovrebbe essere difficile», ha rilanciato François Janvier della Cgc, il principale sindacato francese. E c’è anche chi, come il senatore socialista Yannick Vaugrenard, si è spinto oltre: «Si facciano avanti gli industriali francesi, prima che Saint-Nazaire finisca nelle mani di Fincantieri». Un’ipotesi che sembra, a dire il vero, abbastanza fantasiosa. «No, i cantieri francesi non ci interessano - ha ribadito al Secolo XIX un portavoce del gruppo italiano - Siamo già leader mondiali nel settore crociere e non riteniamo di dovere aumentare la nostra presenza». Che fine faranno, allora, i cantieri de l’Atlantique? Gli addetti ai lavori francesi scommettono su due piste: la “scalata” dello Stato francese e il ritorno in campo del gruppo Alstom, proprietario dello stabilimento fino al 2006. Per il momento, il dossier Stx è tornato sulla già affollata scrivania del ministro dello Sviluppo economico Arnaud Montebourg.
Francesco Ferrari
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Stx abbandona l’Europa
Genova - Da conquistatori a fuggitivi. Il passo è stato più breve del previsto per i giganti coreani della cantieristica navale. Cinque anni dopo l’operazione che fece gridare al “pericolo asiatico” per l’industria europea, e che costrinse l’Eliseo ad acquisire il 34% della società per salvaguardarne - si disse - il futuro, il gruppo Stx ha annunciato ieri sera la vendita degli stabilimenti francesi Chantiers de l’Atlantique di Saint-Nazaire, oltre ai siti produttivi di Finlandia e Cina. Il 43,15% di Stx Energy starebbe per essere ceduto, invece, al fondo di private equity Hahn & Company.
Stx, che detiene il 50,01% dello storico cantiere navale francese (seimila i dipendenti, fra diretti e indotto), da mesi è alle prese con una situazione finanziaria delicatissima, che ha già portato alla vendita della divisione offshore Osv all’italiana Fincantieri e dello stabilimento norvegese di Florø al gruppo Westcon. Non solo: la holding Stx Corporation e molte delle sue filiali stanno proponendo ai creditori la ristrutturazione di un debito stimato dalla Korea Development Bank in 8 miliardi e mezzo di euro. «La crisi del settore navalmeccanico è tale da rendere inutile ogni tentativo di riportare i conti in pareggio», spiegava ieri un analista. Eppure solo quattro mesi fa il governo francese annunciava in pompa magna la fine dell’agonia per il cantiere di Saint-Nazaire, grazie al contratto da oltre un miliardo di euro firmato con la compagnia Royal Caribbean per la costruzione della terza unità della classe “Oasis”, le navi da crociera più grandi mai costruite. Il primo ministro Jean-Marc Ayrault aveva parlato di «boccata d’ossigeno» e «fine dell’emergenza», con un entusiasmo secondo solo a quello dei sindacati.
Resta da capire, ora, quale sarà la sorte di Saint-Nazaire, che in Francia è considerato - a ragione - un pezzo di storia del Paese. Il problema non sembra essere tanto il prezzo d’acquisto, che peraltro Stx non ha ancora fissato, ma il futuro di un settore schiacciato dalla più grave crisi del Dopoguerra. «Non ci sono alternative: il governo deve nazionalizzare il cantiere navale, come i lavoratori chiedono da anni», ha tuonato il portavoce del sindacato Force ouvrière (Forza operaia) appena saputa la notizia della volontà di Stx di farsi da parte. Una boutade condivisa anche da associazioni di orientamento moderato, ma che si scontra con una situazione macroeconomica disastrosa, la stessa che ha portato i coreani alla ritirata. «Stx France è un’azienda sana, che non ha problemi di indebitamento e che ha un buon portafoglio ordini: trovare un azionista di riferimento non dovrebbe essere difficile», ha rilanciato François Janvier della Cgc, il principale sindacato francese. E c’è anche chi, come il senatore socialista Yannick Vaugrenard, si è spinto oltre: «Si facciano avanti gli industriali francesi, prima che Saint-Nazaire finisca nelle mani di Fincantieri». Un’ipotesi che sembra, a dire il vero, abbastanza fantasiosa. «No, i cantieri francesi non ci interessano - ha ribadito al Secolo XIX un portavoce del gruppo italiano - Siamo già leader mondiali nel settore crociere e non riteniamo di dovere aumentare la nostra presenza». Che fine faranno, allora, i cantieri de l’Atlantique? Gli addetti ai lavori francesi scommettono su due piste: la “scalata” dello Stato francese e il ritorno in campo del gruppo Alstom, proprietario dello stabilimento fino al 2006. Per il momento, il dossier Stx è tornato sulla già affollata scrivania del ministro dello Sviluppo economico Arnaud Montebourg.
Francesco Ferrari
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ivanapi- Press Reporter
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Re: CANTIERI STX MESSI IN VENDITA
Ivana,
Notizia che è davvero incredibile. Segno evidente che il "boom" delle navi da crociera,
come aveva anticipato tre anni or sono IL SOLE24ORE, sta per terminare.
MSC CROCIERE, ammesso che varerà nuove navi, si rivolgerà a FINCANTIERI?
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Ciao.
Notizia che è davvero incredibile. Segno evidente che il "boom" delle navi da crociera,
come aveva anticipato tre anni or sono IL SOLE24ORE, sta per terminare.
MSC CROCIERE, ammesso che varerà nuove navi, si rivolgerà a FINCANTIERI?
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Re: CANTIERI STX MESSI IN VENDITA
Io spero proprio di si, per la nostra economia nazionale.
Certo che quando ho postato questa notizia, ho pensato proprio a te e a ciò che
avevi anticipato tempo fa.
Ciao
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avevi anticipato tempo fa.
Ciao
ivanapi- Press Reporter
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Re: CANTIERI STX MESSI IN VENDITA
Ivana,
Spesso, troppo spesso, appaio eccessivamente pessimista ma
la realtà è questa. Lo ribadisco, era facile da prevedere.
Sono state costruite troppe meganavi nello spazio di
pochi anni. Ora la domanda è logicamente diminuita e
l'offerta è davvero enorme....anche se gli itinerari sono
sempre gli stessi.
Ciao.
Spesso, troppo spesso, appaio eccessivamente pessimista ma
la realtà è questa. Lo ribadisco, era facile da prevedere.
Sono state costruite troppe meganavi nello spazio di
pochi anni. Ora la domanda è logicamente diminuita e
l'offerta è davvero enorme....anche se gli itinerari sono
sempre gli stessi.
Ciao.
Re: CANTIERI STX MESSI IN VENDITA
Purtroppo, la grande crisi economica ha colpito tutto il mondo e la gente ci pensa 2 volte
prima di spendere soldi.
Gli armatori erano convinti che il boom delle crociere fosse stata eterna ed hanno costruito
navi sempre più grandi.
Ora si sono ricreduti ed hanno quasi fermato gli ordini di nuove navi, causando la crisi dei
cantieri.
Intanto oggi dovrebbe essere rientrato Andrea.....non vedo l'ora di sentirlo!
Ciao
prima di spendere soldi.
Gli armatori erano convinti che il boom delle crociere fosse stata eterna ed hanno costruito
navi sempre più grandi.
Ora si sono ricreduti ed hanno quasi fermato gli ordini di nuove navi, causando la crisi dei
cantieri.
Intanto oggi dovrebbe essere rientrato Andrea.....non vedo l'ora di sentirlo!
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ivanapi- Press Reporter
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Re: CANTIERI STX MESSI IN VENDITA
Ciao Ivana,
Gli armatori hanno giocato d'azzardo, buttando in mare noi "veri" croceristi
e andando alla ricerca di nuovi ospiti sempre più giovani, ingenui e senza
grandi pretese. Hanno creduto che, offrendo loro crociere a costi di saldo, la
"festa" sarebbe durata in eterno. Vero, non potevano prevedere la crisi,
ma è pure vero, come detto e ripetuto, che la "moda delle crociere", sarebbe
durata lo spazio di un mattino. Hanno dovuto varare nuovi colossi del
mare senza pensare che i porti del Mediterraneo ma anche alcuni del
nord non erano adatti a questi mostri. Lo hanno fatto perché solo in questo
modo hanno potuto vendere crociere a costi minimi. A perderci, come
sempre, saranno coloro che hanno amato davvero il mare e la serenità
di una crociera!
Pazienza.
Gli armatori hanno giocato d'azzardo, buttando in mare noi "veri" croceristi
e andando alla ricerca di nuovi ospiti sempre più giovani, ingenui e senza
grandi pretese. Hanno creduto che, offrendo loro crociere a costi di saldo, la
"festa" sarebbe durata in eterno. Vero, non potevano prevedere la crisi,
ma è pure vero, come detto e ripetuto, che la "moda delle crociere", sarebbe
durata lo spazio di un mattino. Hanno dovuto varare nuovi colossi del
mare senza pensare che i porti del Mediterraneo ma anche alcuni del
nord non erano adatti a questi mostri. Lo hanno fatto perché solo in questo
modo hanno potuto vendere crociere a costi minimi. A perderci, come
sempre, saranno coloro che hanno amato davvero il mare e la serenità
di una crociera!
Pazienza.
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