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Costa: ora pensiamo a marchio e lavoratori.

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Messaggio  ivanapi Dom 04 Mar 2012, 16:52

Costa: ora pensiamo a marchio e lavoratori.
Genova - Da Savona la NeoRomantica salpa per la crociera inaugurale con il “tutto esaurito” (1.600 passeggeri).

Le prime proiezioni dopo gli sconquassi che hanno minato in sconvolgente successione la credibilità della prima industria crocieristica europea, sembrano attestare il calo delle prenotazioni intorno al 15-20%. Per uno strano intreccio del destino, è sorprendentemente il mercato a difendere impresa, lavoro e marchio dal corto circuito che ha mandato in tilt il gruppo dirigente della compagnia genovese, segnato da ripetuti e sconcertanti errori. Se Neoromantica rappresenta la sfida del riscatto per Costa, quella dell’Allegra è la conclusione logica di una storia di mare, di una avaria che non doveva verificarsi ma che può accadere. Forse.

La malafede ha fatto il resto: è un veleno mortale, è diventata da anni il requisito fondamentale per partecipare al dibattito pubblico italiano, con licenza di uccidere. Il primo equivoco da chiarire, quindi, è che si sta parlando di un marchio e di un’azienda più che sani e certamente strategici per l’intera industria dello shipping nazionale e mediterraneo. E che i dipendenti di Costa, insieme alle migliaia di lavoratori dell’indotto, sono un patrimonio e una risorsa che Genova e l’Italia devono difendere con orgoglio e tenacia. Liberarsi dell’ombra di Schettino, che oggi rappresenta simbolicamente il senso di vergogna per tutto quello che non vorremmo essere, è difficile, soprattutto dopo l’incidente della Costa Allegra.

Ma è tempo che le amministrazioni pubbliche e i tecnici che dovrebbero tutelare impresa e lavoro escano dal loro imbarazzante e imbarazzato silenzio, arginando coloro che parlano di tutto senza sapere niente. Né del fascino e dei pericoli del mare, né della sicurezza della navigazione. La realtà è che negli ultimi vent’anni, prima dei morti della Costa Concordia, in coincidenza con il boom del settore i guai segnalati sulle navi da crociera sono stati rarissimi. Dal 2005 al 2011, le morti addebitabili ad incidenti occorsi sulle nuove città galleggianti sono state 16, rispetto a un movimento di oltre 98 milioni di passeggeri. Ancora troppe, certamente. Ma anche questa lugubre statistica testimonia che la nave da crociera resta ancora una delle “località” più sicure dove trascorrere una vacanza.

La realtà è che Costa è cresciuta in maniera vertiginosa, con un aumento del 400% in quindici anni. Un vero e proprio miracolo economico, un’azienda dalle solide radici di famiglia trasformata da compagnia di nicchia in fenomeno di successo, tanto da collocarsi stabilmente fra le prime dieci imprese italiane per redditività e prima nel settore del turismo. Questi risultati il leader di Carnival, Micky Arison, ha chiesto e questi risultati ha ricevuto. Non solo. Al di là dell’antico strappo con il porto di Genova (un concentrato di egoismi economici e totale incapacità di programmazione), la compagnia ha assicurato con le sue nuove costruzioni continuità allo stabilimento di Sestri Ponente e a Fincantieri, investendo miliardi di euro. E si spera continui a farlo. I dipendenti di Costa Crociere sono diciannovemila, di cui mille nella sola sede generale di Genova, in Piccapietra.

E’ un business vertiginoso di professionalità, uomini e numeri, che moltiplica per due l’occupazione diretta allargandosi al settore delle riparazioni navali, al registro di classificazione, ai servizi portuali, agli studi di ingegneria e project manager, ai responsabili di bordo e alla manodopera specializzata, alle società e alle ditte che riforniscono le navi, alle aziende (molte insediate sulle colline che incorniciano Genova) chiamate ad assicurare ricambi di ogni genere, dai pavimenti ai materassi. Lo stesso Registro Internazionale, fortemente voluto da Claudio Burlando in versione ministro dei Trasporti del governo Prodi, ha senso e si regge soprattutto grazie all’iscrizione della flotta Costa alla bandiera italiana. Se pare quasi una bestemmia ipotizzare la scomparsa del marchio Costa, è facile capire che un eventuale indebolimento della compagnia genovese provocherebbe ripercussioni devastanti sull’intera catena dello shipping nazionale.

Difendere senza equivoci dipendenti e bandiera dovrebbe essere un dovere scontato. Il che non significa concedere difese d’ufficio al gruppo dirigente guidato da Foschi. Adeguato se si guardano i risultati finanziari, ma molto lontano dallo spirito, dall’essenza e dalla quotidiana pratica di una compagnia armatoriale che tutto controlla e tutto sa, di uomini e macchine. In aggiunta, debolissimo rispetto a un corretto rapporto con l’opinione pubblica. Per Foschi e i suoi collaboratori si potrebbe anche riflettere sul mancato radicamento sul territorio, sulla capacità di farsi gente e di dialogare e comunicare a tutto campo, con semplicità.

Appagamento? Presunzione? Chissà. Certo un mix di supponenza e di arroganza da primi della classe, che si sta rivelando un boomerang. Ma le nuove navi costruite a Genova e a Monfalcone sono tra le migliori del mondo. La professionalità dei dipendenti e degli equipaggi è riconosciuta e consolidata sui mercati e deve crescere ancora. Il grado di soddisfazione dei milioni di clienti che viaggiano su Costa è certificato. E allora si può e si deve voltare pagina e ricominciare. Da Genova. Facendola finita con i silenzi che alimentano voci assordanti e contraddittorie. Tocca per primi ai dirigenti della Carnival lanciare un segnale chiaro sul futuro della Costa.

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Messaggio  silvanes Lun 05 Mar 2012, 01:54

Ivana!

"E allora si può e si deve voltare pagina e ricominciare. Da Genova. Facendola finita con i silenzi che alimentano voci assordanti e contraddittorie.
Tocca per primi ai dirigenti della Carnival lanciare un segnale chiaro sul futuro della Costa".

Solo retorica oppure si cambierà davvero. Che ne pensi e che ne pensare amici del forum?

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Messaggio  masca1973 Lun 05 Mar 2012, 07:50

Cos'è Silvano darsenatravel.com?
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Messaggio  sorriso275 Lun 05 Mar 2012, 12:34

Penso che poco cambierà, non fosse altro per il motivo che o cambia tutto il settore o Costa per non essere tagliata fuoti dai grandi numeri è costretta per forza ad adeguarsi continuando sulla strada già intrapresa.
Ciao
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Messaggio  ivanapi Lun 05 Mar 2012, 14:33

Le vere intenzioni di Costa o Carnival, non le possiamo conoscere, ma il loro futuro dipenderà dal loro comportamento.
Potrebbero almeno per un pò di tempo, rinunciare agli utili, riportando a bordo quel servizio e quella qualità per la quale questa compagnia era
conosciuta (tanto tempo fa) e che invece negli ultimi tempi non c'era più, scontentando la maggioranza dei crocieristi.
Qualora invece, questi miglioramenti non ci fossero, questa compagnia dovrà adeguarsi alle offerte surreali che stanno facendo le altre compagnie,
oppure rischierà veramente la chiusura.
La gente non è scema, nessuno andrà a spendere di più, per ottenere lo stesso o addirittura un minore trattamento su una nave da crociera.
Ciao
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Messaggio  silvanes Lun 05 Mar 2012, 20:34

DARSENA TRAVEL è una delle tante agenzie di viaggio on-line.
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Credo che LELLO, purtroppo, abbia ragione. Non credo che vi
saranno grandi mutamenti. Si punterà, ovvio, sul "mass-market",
perché i "barconi" vanno riempiti e non saranno certo "veri"
amanti delle crociere come noi, a fare la felicità degli armatori!
Basti vedere, parlo di COSTA, il programma di NEO ROMANTICA,
nave che dovrebbe soddisfare i "vecchi" amanti del mare. Punta sul
nord perché Foschi continua a ribadire che il Mediterraneo è un
mare per "poveri" croceristi senza pretese. Contento lui!!!

MEDITERRANEO - mare per croceristi ingenui, privi di cultura e senza pretese!!!!
MAGICA RAVELLO (foto internet). Un luogo che sicuramente tutti gli italiani hanno visitato. Ma certo!
KATAKOLON è sicuramente più affascinante........oppure NO?

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Messaggio  masca1973 Lun 05 Mar 2012, 22:50

Parole sante Silvano ... Costa di differenziare l'offerta non ci pensa proprio ... Costa è un clone di Carnival, peccato!!!
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Messaggio  silvanes Mar 06 Mar 2012, 00:13

Andrea!

Ma pure MSC non dimostra ai vere grande fantasia nel disegnare gli itinerari.
Ma con i nuovi "cassoni" non si va lontano e poi, lo ribadisco, i nuovi croceristi
pare siano felici così. Il mercato, alla fine, lo fanno i viaggiatori. Se tali turisti
iniziassero a snobbare Barcellona, Casablanca, Palma di Maiorca, Katakolon
e Tunisi, gli armatori sarebbero costretti a mutare gli itinerari!

Ciao.
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