Cuba: arrivano i traghetti, poi le crociere.

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28 aprile 2011
CUBA
ARRIVANO I TRAGHETTI,
POI LE CROCIERE

L’Avana. Grandi manovre su Cuba. Protagonisti (per il momento) sono l’imprenditore Bruce Nierenberg e la sua ultima creatura, la United Caribbean Lines (Ucl), una compagnia che al momento non dispone di alcuna nave e che non è ancora operativa, ma che, stando a numerose indiscrezioni e alle stesse parole di Nierenberg, dopo oltre due anni di attesa dovrebbe ottenere a breve l’autorizzazione da parte del dipartimento del Tesoro statunitense per avviare un servizio ferry che colleghi Cuba agli Usa sulla tratta Tampa (Florida) – L’Avana.

Il progetto di Nierenberg prevede l’utilizzo di ferries danesi riconvertiti che dovrebbero coprire la distanza in questione in 18 ore per direzione a prezzi molto competitivi (si parla di 350 dollari per un viaggio andata/ritorno in cabina doppia, con sconti per famiglie del 50% sul terzo e quarto passeggero). Tale offerta dovrebbe essere almeno inizialmente limitata ai pochi cittadini statunitensi al momento autorizzati in via eccezionale, stante l’embargo vigente, a viaggiare alla volta di Cuba, ovvero a coloro che dispongono di doppio passaporto e hanno parenti sull’isola e che fino a oggi hanno potuto utilizzare soltanto voli charter dagli aeroporti statunitensi. Peraltro, proprio la recente inclusione dello scalo di Tampa nella lista di quelli autorizzati a raggiungere Cuba sembra costituire un segnale positivo nell’ottica dell’apertura di un analogo servizio di ferry cruise, che, nei piani di Nierenberg, dovrebbe accaparrarsi il favore di una fetta consistente dei 400mila statunitensi che nel 2010 hanno utilizzato l’aereo per recarsi a Cuba: secondo il Ceo di Ucl, i passeggeri andrebbe a privilegiare le navi non solo grazie alle tariffe concorrenziali unite alle comodità tipiche delle crociere (cene, spettacoli, intrattenimento), ma anche e soprattutto in virtù della possibilità di trasportare con sé oggetti anche molto voluminosi, come materassi o elettrodomestici, che sull’isola hanno costi molto elevati o addirittura spesso non sono disponibili. Nel caso dei ferry diretti a Cuba, infatti, tali beni – insieme a stock di medicinali e vestiario – andrebbero a occupare il posto delle automobili, il cui trasporto sull’isola non è al momento contemplato.

Da parte sua, la United Caribbean Lines ha annunciato che, una volta ottenuta l’autorizzazione federale, sarà in grado di avviare il servizio di linea per Cuba tra la fine dell’anno e l’inizio del 2012, nonostante alcuni analisti avanzino perplessità sulle dichiarazioni di Nierenberg, che ha garantito di poter reperire sul mercato in tempi adeguati cruise ferry in grado di trasportare da 1500 a 2000 passeggeri. Nelle more dell’autorizzazione, la Ucl sta intanto organizzando anche un servizio di traghetti da crociera che entro la prima metà del 2012 dovrebbe collegare Tampa allo Yucatan messicano, una tratta di 30 ore per direzione dove dovrebbero essere utilizzati ferry analoghi a quelli previsti per Cuba. Proprio la definizione di tale mossa, stante la crisi del turismo in Messico, è stata interpretata dagli analisti quasi esclusivamente nella prospettiva di creare una base a Tampa in grado di fornire un significativo vantaggio in vista dell’imminente apertura dello scalo cubano alle crociere Usa. Un mercato per cui non è infatti in corsa solo la creatura di Nierenberg, almeno secondo quanto rivelato recentemente dall’amministratore delegato dell’authority di Tampa, Richard Wainio, che ha parlato di contatti avanzati anche con un’altra compagnia che, in attesa dell’autorizzazione federale, ha scelto tuttavia di non uscire allo scoperto.

Su Cuba si sta giocando quindi una sorta di partita a scacchi, che potrebbe essere rivoluzionata dalla tanto attesa rimozione dell’embargo posto dagli Usa, direzione in cui le diplomazie dei due Paesi si stanno muovendo da tempo e nella cui ottica vanno visti sia la politica maggiormente distensiva dell’amministrazione Obama, sia soprattutto il recentissimo definitivo ritiro dalla vita politica di Fidel Castro con il passaggio del testimone al fratello Raul e il conseguente varo immediato di un programma di modernizzazione del Paese. Nel momento in cui gli Stati Uniti andassero a rimuovere le restrizioni al turismo verso Cuba, tale settore farebbe segnare un vero e proprio salto di qualità, visto che ai 2 milioni e mezzo di visitatori provenienti oggi da Canada, Europa e America Latina si stima se ne aggiungerebbero almeno altrettanti dagli Usa, i quali, stante una ricettività degli hotel a Cuba sicuramente inadeguata a tali nuovi numeri, a quel punto sarebbero quasi costretti a fare ricorso alle navi da crociera.
Shippingonline

Cuba merita davvero di essere visitata. Chi c'è stato dice che è magnifica, e bellissimi sono i suoi abitanti...

L'anno scorso Ruben aveva scritto un articolo che prevedeva che tra il 2012 e il 2013 Cuba
avrebbe accolto le crociere made in USA.
Naturalmente fu preso in giro.
Ma la storia gli sta dando raggione.

Se chi lo ha preso in giro, è una persona con un "MINIMO" di intelligenza, se lo ricorderà!
Oggi, dovrà mettersi la coda tra le gambe!!!!!!!!!!!!!!!!
Ciao