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CONCORDIA:ORDINE DI AUMENTARE VELOCITA', Schettino ordinò di aumentare la velocità

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Messaggio  ivanapi Mar 29 Ott 2013, 18:14

(dell'inviato Michele Giuntini) (ANSA) - GROSSETO, 28 OTT - Ha raccontato che Schettino ordinò di aumentare la velocità da 15 a 16 nodi appena cinque minuti prima dell'urto contro gli scogli del Giglio, con la nave vicina all'isola. E che fu lui il primo ad avvisare il comandante che ''la poppa era impegnata a sinistra'' cioè andava a picchiare contro gli scogli. Ma ha anche detto che Schettino lasciò la nave insieme a membri dell'equipaggio dopo aver disincastrato una lancia di salvataggio con una ventina di passeggeri, salendoci e allontanandosi pochi minuti prima che la Costa Concordia si abbattesse sul lato inclinato, travolgendoli. E' stata lunga ed articolata la testimonianza di Salvatore Ursino, ascoltato al processo di Grosseto, quasi dieci ore. Ursino, 28 anni di Messina, ufficiale in addestramento, una specie di stagista, stette in plancia di comando tutta la navigazione la sera del 13 gennaio 2012, da Civitavecchia fino all'impatto al Giglio. E vide molto, quasi tutto. Persino, nell'abbandono della Concordia, ritrovò Schettino sul ponte 3, insieme ad altri membri dell'equipaggio, mentre si lavorava per liberare una scialuppa dagli ancoraggi e ammainarla in acqua prima che la nave si ribaltasse. ''Si agiva per disincastrarla, anche con calci e pugni, mentre la nave sbandava, si inclinava e tutti rischiavano di fare la fine dei topi''. Poi ''appena fu possibile andammo sul tetto di una lancia, chi saltandoci sopra, chi scivolandoci. C'ero io e altri membri dell'equipaggio. C'era anche Schettino, che ordinò al timoniere di mandare i motori'' a tutta velocità. La scialuppa si schiantò sugli scogli del Giglio, sbarcarono tutti, e lì, racconta Ursino, ''Schettino rimase ad osservare la Concordia''. Per la difesa di Schettino ''Ursino finalmente dimostra che Schettino non abbandonò la nave, anzi ha salvato passeggeri e rischiò insieme agli altri di essere travolto dalla Concordia'' che si piegò sul lato dove si trovava la lancia disincastrata pochi minuti dopo. Momenti drammatici, documentati anche da un video inedito girato dal fotografo di bordo e fatto vedere la prima volta oggi in aula. Ursino però dice anche che ''quando Schettino lasciò la nave c'erano ancora passeggeri a bordo'' e quando venne sentito dai carabinieri nel gennaio 2012 disse che non sapeva con chi e con quale mezzo Schettino raggiunse l'isola, contraddizione evidenziata dall'avvocato dello Stato Patrizia Pinna. Sulla navigazione, Ursino parla degli ospiti del comandante in plancia, tra cui la ballerina Domnica Cemortan, che sarà ascoltata domani con altri testi tra cui l'ex comandante Mario Palombo, ''rimasta sulla porta'' del ponte di comando e oggi a Grosseto in attesa di testimoniare anch'ella. Ma parla anche del primo maitre Antonello Tievoli (anche lui sarà sentito domani) con cui ''Schettino parlava più di tutti'' e a cui chiese di telefonare all'ex comandante Palombo per chiedere informazioni per il passaggio ravvicinato al Giglio. Ursino ricorda l'ordine dato al vice Ambrosio di aumentare la velocità: sono le 21.40 circa, Schettino era arrivato in plancia un minuto prima. Alle 21.45'07'' la Costa Concordia picchia sugli scogli e Schettino chiede: ''Abbiamo urtato uno scoglio?''. Un audio proposto dal pm Stefano Pizza rinnova quel momento con la voce originale di Schettino. Che poi si dispera ''Madonna ch'aggio combinate!'' e ordina di chiudere le porte stagne a poppa: le parti civili peraltro hanno evidenziato che i regolamenti obbligano a tenerle chiuse quando si naviga in mare. Ursino aggiunge pure che Schettino non prese provvedimenti per il timoniere che sbagliò la comprensione dei suoi ordini. ''Mi misi accanto al timoniere di mia iniziativa'', dice Ursino: ''Talvolta c'era necessità di ''ripetergli gli ordini''. E quando Schettino dette l'ordine di timone a tutta dritta mentre la nave andava a 16 nodi dice: ''era insolito, per cui mi precipitai sull'aletta di sinistra, vidi gli scogli a venti metri e d'istinto dissi che la poppa era impegnata a sinistra''. Così Ursino, rompendo una prassi (in quanto ufficiale in addestramento tenuto al riserbo), fu il primo a dare l'allarme in plancia. Poi, attimi dopo, ci fu l'urto. E sulle avarie alla nave la difesa ha chiesto a Ursino quando in plancia lui ebbe chiaro che la situazione era grave, in base alle comunicazioni della sala macchine: è risultato intorno alle 22.30, ma i difensori hanno evidenziato che le telefonate tra plancia e sala macchine erano in corso da quasi tre quarti d'ora. (ANSA).


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Messaggio  Giovanni Mar 29 Ott 2013, 18:34

Pensate un po' in che mani si trovavano passeggeri e personale.No 
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