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Messaggio  ivanapi Gio 09 Set 2010, 15:08

L’analisi
Cantieri, gli armatori
preferiscono i tedeschi

C’È DI NUOVO movimento nel mondo delle commesse per le navi da crociera. Dopo il boom degli anni passati, ora i tre principali cantieri che lavorano in questo settore (Fincantieri in Italia, i coreani di Stx e i tedeschi di Meyer Werft) stanno portando avanti una battaglia sotterranea ma spietata per ottenere i pochi ordini dal pugno di armatori che controlla il mercato. L’ultimo tam tam internazionale, rimbalzato da una parte all’altra dell’Oceano, riguarda la compagnia americana - a discapito del nome - Norwegian Cruise Line (Ncl), guidata fino a poche settimane fa dal genovese Roberto Martinoli, uno dei top manager più quotati in ambienti marittimi, da poco tornato sotto la Lanterna con la difficile missione di rimettere in piedi la compagnia di traghetti Grandi Navi Veloci. Dunque, da Ncl - società che ha ristabilito una sua solidità finanziaria dopo difficili passaggi di proprietà, passando per gruppi malesi e fondi d’investimento - piovono due ordini, più un’opzione, sui cantieri Meyer Werft. Risultato non scontato, visto che la compagnia era sì cliente dei tedeschi, ma le ultime navi se le era fatte costruire da Stx. La partita, è stata vinta sui prezzi. Meyer Werft è la super-struttura tedesca che per lungo tempo, tra la fine dello scorso anno e l’inizio di questo, si pensava dovesse soffiare due preziosi ordini da parte di Princess (gruppo Carnival) finiti poi nel portafoglio di Fincantieri. Sulla nuova commessa, a Miami e Papenburg stanno ben attenti a non farsi sfuggire nemmeno una parola, ma ormai i giochi sembrano fatti: la notizia, che dà la commessa per certa, è filtrata proprio da ambienti Ncl.

D’altra parte, a innescare l’aspettativa di un annuncio di questo genere è stato lo scorso giugno lo stesso amministratore delegato della compagnia americana, Kevin Sheehan, che aveva parlato con un’immagine colorita della necessità di «far sfrigolare la bistecca», cioè di dare un segno di vitalità, per attrarre gli investitori, aggiungendo che i cantieri europei stavano cercando di salvare posti di lavoro e che questo avrebbe potuto generare l’occasione per fare buoni affari. Pochi giorni dopo, all’inaugurazione di “Norwegian Epic”, Sheehan aveva ribadito che le condizioni per un nuovo ordine erano molto buone sia per quanto riguarda le condizioni finanziarie di Ncl sia perché i prezzi dei cantieri erano scesi. Inoltre i vertici di Norwegian Cruise Line non avevano nascosto che l’acquisto di una nuova nave aumenterebbe il valore della compagnia nel caso di un’offerta pubblica, nell’ipotesi probabile a lunga scadenza che la proprietà, che fa capo al fondo di private equity Apollo Fortune, decida di metterla sul mercato. Di fronte al crescere delle voci, però, le dichiarazioni ufficiali si sono interrotte. Ma ormai dal colosso americano sono usciti parecchi particolari, anche piuttosto dettagliati. Si tratterebbe di un ordine per due grandi navi, di dimensioni poco inferiori alla “Norwegian Epic”, che ha 153 mila tonnellate di stazza, più l’opzione per una terza nave. Secondo fonti tedesche consultate dal Secolo XIX, il prezzo sarebbe di 500-600 milioni di euro per nave. La prima di queste navi dovrebbe essere consegnata nel 2013. Come si diceva, Ncl ha già fatto costruire sette navi da Meyer Werft, l’ultima delle quali, la “Norwegian Gem” da 2.384 cabine, era stata consegnata nel 2007. Gli ultimi due ordini erano invece stati affidati nel 2006 ai cantieri di Saint Nazaire, in Francia, oggi di proprietà della coreana Stx. Tuttavia lo scorso anno, mentre era in costruzione l’ultima nata, la “Norwegian Epic”, il secondo ordine ai francesi era stato annullato. La nave è stata poi consegnata lo scorso giugno.
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Messaggio  silvanes Ven 10 Set 2010, 01:04

ivanapi ha scritto:L’analisi
Cantieri, gli armatori
preferiscono i tedeschi

C’È DI NUOVO movimento nel mondo delle commesse per le navi da crociera. Dopo il boom degli anni passati, ora i tre principali cantieri che lavorano in questo settore (Fincantieri in Italia, i coreani di Stx e i tedeschi di Meyer Werft) stanno portando avanti una battaglia sotterranea ma spietata per ottenere i pochi ordini dal pugno di armatori che controlla il mercato. L’ultimo tam tam internazionale, rimbalzato da una parte all’altra dell’Oceano, riguarda la compagnia americana - a discapito del nome - Norwegian Cruise Line (Ncl), guidata fino a poche settimane fa dal genovese Roberto Martinoli, uno dei top manager più quotati in ambienti marittimi, da poco tornato sotto la Lanterna con la difficile missione di rimettere in piedi la compagnia di traghetti Grandi Navi Veloci. Dunque, da Ncl - società che ha ristabilito una sua solidità finanziaria dopo difficili passaggi di proprietà, passando per gruppi malesi e fondi d’investimento - piovono due ordini, più un’opzione, sui cantieri Meyer Werft. Risultato non scontato, visto che la compagnia era sì cliente dei tedeschi, ma le ultime navi se le era fatte costruire da Stx. La partita, è stata vinta sui prezzi. Meyer Werft è la super-struttura tedesca che per lungo tempo, tra la fine dello scorso anno e l’inizio di questo, si pensava dovesse soffiare due preziosi ordini da parte di Princess (gruppo Carnival) finiti poi nel portafoglio di Fincantieri. Sulla nuova commessa, a Miami e Papenburg stanno ben attenti a non farsi sfuggire nemmeno una parola, ma ormai i giochi sembrano fatti: la notizia, che dà la commessa per certa, è filtrata proprio da ambienti Ncl.

D’altra parte, a innescare l’aspettativa di un annuncio di questo genere è stato lo scorso giugno lo stesso amministratore delegato della compagnia americana, Kevin Sheehan, che aveva parlato con un’immagine colorita della necessità di «far sfrigolare la bistecca», cioè di dare un segno di vitalità, per attrarre gli investitori, aggiungendo che i cantieri europei stavano cercando di salvare posti di lavoro e che questo avrebbe potuto generare l’occasione per fare buoni affari. Pochi giorni dopo, all’inaugurazione di “Norwegian Epic”, Sheehan aveva ribadito che le condizioni per un nuovo ordine erano molto buone sia per quanto riguarda le condizioni finanziarie di Ncl sia perché i prezzi dei cantieri erano scesi. Inoltre i vertici di Norwegian Cruise Line non avevano nascosto che l’acquisto di una nuova nave aumenterebbe il valore della compagnia nel caso di un’offerta pubblica, nell’ipotesi probabile a lunga scadenza che la proprietà, che fa capo al fondo di private equity Apollo Fortune, decida di metterla sul mercato. Di fronte al crescere delle voci, però, le dichiarazioni ufficiali si sono interrotte. Ma ormai dal colosso americano sono usciti parecchi particolari, anche piuttosto dettagliati. Si tratterebbe di un ordine per due grandi navi, di dimensioni poco inferiori alla “Norwegian Epic”, che ha 153 mila tonnellate di stazza, più l’opzione per una terza nave. Secondo fonti tedesche consultate dal Secolo XIX, il prezzo sarebbe di 500-600 milioni di euro per nave. La prima di queste navi dovrebbe essere consegnata nel 2013. Come si diceva, Ncl ha già fatto costruire sette navi da Meyer Werft, l’ultima delle quali, la “Norwegian Gem” da 2.384 cabine, era stata consegnata nel 2007. Gli ultimi due ordini erano invece stati affidati nel 2006 ai cantieri di Saint Nazaire, in Francia, oggi di proprietà della coreana Stx. Tuttavia lo scorso anno, mentre era in costruzione l’ultima nata, la “Norwegian Epic”, il secondo ordine ai francesi era stato annullato. La nave è stata poi consegnata lo scorso giugno.
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I cantieri sono in crisi. Hanno costruito tutto e di più, ora non possono lamentarsi. Non era possibile continuare
con questo ritmo, lo avevo detto più volte. Sono in arrivo altre 25 "meganavi" (parte in costruzione e parte da
costruire.....ammesso che verranno davvero messe in mare!), poi si chiude in Europa. In futuro sarà la Cina ha farla
da padrone con navi da 10'000 passeggeri! Da Shippingonline.it. "Il gruppo Stx Europe ha chiuso il secondo trimestre
con risultati contrastanti. Mentre la divisione offshore continua a produrre utili, la divisione Cruise & Ferry, che comprende i cantieri
finlandesi di Turku, Rauma ed Helsinki e quelli francesi di Saint Nazaire, continua ad essere in una situazione delicata,
con un Ebitda negativo per 11 milioni di euro. Le perdite derivano dall’attività ordinaria dei cantieri e dai sovracosti generati
dalla costruzione della nave da crociera “Norwegian Epic”. Nel portafoglio della divisione ci sono adesso tre navi:
la “Allure of the Seas” a Turku e le due navi gemelle acquisite da Gnmtc e Msc Crociere con il sostanziale aiuto del governo francese.

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Messaggio  ivanapi Ven 10 Set 2010, 14:50

silvanes ha scritto:
ivanapi ha scritto:L’analisi
Cantieri, gli armatori
preferiscono i tedeschi

C’È DI NUOVO movimento nel mondo delle commesse per le navi da crociera. Dopo il boom degli anni passati, ora i tre principali cantieri che lavorano in questo settore (Fincantieri in Italia, i coreani di Stx e i tedeschi di Meyer Werft) stanno portando avanti una battaglia sotterranea ma spietata per ottenere i pochi ordini dal pugno di armatori che controlla il mercato. L’ultimo tam tam internazionale, rimbalzato da una parte all’altra dell’Oceano, riguarda la compagnia americana - a discapito del nome - Norwegian Cruise Line (Ncl), guidata fino a poche settimane fa dal genovese Roberto Martinoli, uno dei top manager più quotati in ambienti marittimi, da poco tornato sotto la Lanterna con la difficile missione di rimettere in piedi la compagnia di traghetti Grandi Navi Veloci. Dunque, da Ncl - società che ha ristabilito una sua solidità finanziaria dopo difficili passaggi di proprietà, passando per gruppi malesi e fondi d’investimento - piovono due ordini, più un’opzione, sui cantieri Meyer Werft. Risultato non scontato, visto che la compagnia era sì cliente dei tedeschi, ma le ultime navi se le era fatte costruire da Stx. La partita, è stata vinta sui prezzi. Meyer Werft è la super-struttura tedesca che per lungo tempo, tra la fine dello scorso anno e l’inizio di questo, si pensava dovesse soffiare due preziosi ordini da parte di Princess (gruppo Carnival) finiti poi nel portafoglio di Fincantieri. Sulla nuova commessa, a Miami e Papenburg stanno ben attenti a non farsi sfuggire nemmeno una parola, ma ormai i giochi sembrano fatti: la notizia, che dà la commessa per certa, è filtrata proprio da ambienti Ncl.

D’altra parte, a innescare l’aspettativa di un annuncio di questo genere è stato lo scorso giugno lo stesso amministratore delegato della compagnia americana, Kevin Sheehan, che aveva parlato con un’immagine colorita della necessità di «far sfrigolare la bistecca», cioè di dare un segno di vitalità, per attrarre gli investitori, aggiungendo che i cantieri europei stavano cercando di salvare posti di lavoro e che questo avrebbe potuto generare l’occasione per fare buoni affari. Pochi giorni dopo, all’inaugurazione di “Norwegian Epic”, Sheehan aveva ribadito che le condizioni per un nuovo ordine erano molto buone sia per quanto riguarda le condizioni finanziarie di Ncl sia perché i prezzi dei cantieri erano scesi. Inoltre i vertici di Norwegian Cruise Line non avevano nascosto che l’acquisto di una nuova nave aumenterebbe il valore della compagnia nel caso di un’offerta pubblica, nell’ipotesi probabile a lunga scadenza che la proprietà, che fa capo al fondo di private equity Apollo Fortune, decida di metterla sul mercato. Di fronte al crescere delle voci, però, le dichiarazioni ufficiali si sono interrotte. Ma ormai dal colosso americano sono usciti parecchi particolari, anche piuttosto dettagliati. Si tratterebbe di un ordine per due grandi navi, di dimensioni poco inferiori alla “Norwegian Epic”, che ha 153 mila tonnellate di stazza, più l’opzione per una terza nave. Secondo fonti tedesche consultate dal Secolo XIX, il prezzo sarebbe di 500-600 milioni di euro per nave. La prima di queste navi dovrebbe essere consegnata nel 2013. Come si diceva, Ncl ha già fatto costruire sette navi da Meyer Werft, l’ultima delle quali, la “Norwegian Gem” da 2.384 cabine, era stata consegnata nel 2007. Gli ultimi due ordini erano invece stati affidati nel 2006 ai cantieri di Saint Nazaire, in Francia, oggi di proprietà della coreana Stx. Tuttavia lo scorso anno, mentre era in costruzione l’ultima nata, la “Norwegian Epic”, il secondo ordine ai francesi era stato annullato. La nave è stata poi consegnata lo scorso giugno.
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con questo ritmo, lo avevo detto più volte. Sono in arrivo altre 25 "meganavi" (parte in costruzione e parte da
costruire.....ammesso che verranno davvero messe in mare!), poi si chiude in Europa. In futuro sarà la Cina ha farla
da padrone con navi da 10'000 passeggeri! Da Shippingonline.it. "Il gruppo Stx Europe ha chiuso il secondo trimestre
con risultati contrastanti. Mentre la divisione offshore continua a produrre utili, la divisione Cruise & Ferry, che comprende i cantieri
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con un Ebitda negativo per 11 milioni di euro. Le perdite derivano dall’attività ordinaria dei cantieri e dai sovracosti generati
dalla costruzione della nave da crociera “Norwegian Epic”. Nel portafoglio della divisione ci sono adesso tre navi:
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Una cosa è certa! Non potevano continuare a costruire con lo stesso ritmo degli anni scorsi. Anche le compagnie di crociera stanno iniziando a diradare gli ordini ed i cantieri navali, non potranno più garantire il lavoro a tutte le migliaia di persone occupate presso gli stessi.
Anche se questo è un momento boom per le crociere, ora saranno i cantieri a soffrire.
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Messaggio  Rex Ven 10 Set 2010, 20:49

Sopratutto manca la liquidità.
Le banche non prestano più come prima, anche se si tratta di grandi aziende.
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Messaggio  ivanapi Ven 10 Set 2010, 21:26

Rex ha scritto:Sopratutto manca la liquidità.
Le banche non prestano più come prima, anche se si tratta di grandi aziende.
E soprattutto se le grandi aziende non hanno fortissime garanzie e portafogli ordini cospicuo.
Le banche danno 1000 se puoi garantire per 100.000.
Guarda i crac della Cirio-Parmalat ecc. e ti rendi conto che non basta essere grandi per ottenere la fiducia delle banche.
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Messaggio  esploratore Ven 10 Set 2010, 23:21

ivanapi ha scritto:
Rex ha scritto:Sopratutto manca la liquidità.
Le banche non prestano più come prima, anche se si tratta di grandi aziende.
E soprattutto se le grandi aziende non hanno fortissime garanzie e portafogli ordini cospicuo.
Le banche danno 1000 se puoi garantire per 100.000.
Guarda i crac della Cirio-Parmalat ecc. e ti rendi conto che non basta essere grandi per ottenere la fiducia delle banche.
Ciao
Vero!
Le garanzie devono essere 1.000 superiori al prestito richiesto, ecco come si finisce sotto gli usurai.
Per cortesia non parliamo di Parmalart e Cirio che mi prende l'angoscia. affraid
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