YAL CARIBBEAN «Crociere, troppa offerta a Genova»

11 gennaio 2013
ROYAL CARIBBEAN «Crociere, troppa offerta a Genova»
Genova - Royal Caribbean organizza i piani per il 2013, ma proprio nel momento in cui il gruppo - che è il secondo operatore crocieristico mondiale - sigla l’accordo per la costruzione della terza nave di classe Oasis, tira il freno sugli obiettivi di crescita. Per l’Italia, in particolare, la compagnia punta a consolidare i numeri raggiunti nella corsa degli anni passati (+200% in tre anni), anche se i progetti non si fermano, tanto che - almeno a priori - non si escludono nemmeno idee su Ponte Parodi. Così il direttore generale di Royal Caribbean in Italia, Gianni Rotondo.

Oggi le navi di classe Oasis sono le più grandi del mondo. Quando entrerà in servizio la terza unità cambierà qualcosa per il mercato nel Mediterraneo?

«Difficile dirlo adesso, ma conoscendo la compagnia penso che una Oasis sicuramente rimarrà nel Mediterraneo. Detto questo, a partire dal 2014 entreranno in servizio tre nuove navi: due unità di classe Sunshine da 160 mila tonnellate e poi la terza Oasis nel 2016. Questo perché la crisi per noi è un fenomeno che si è sentito in Europa, ma i Caraibi tengono e l’Asia cresce al ritmo di una nave l’anno».

Una nave grande quanto?

«Classe Voyager, 3.800 passeggeri».

E l’Italia come va?

«Nei due anni passati abbiamo triplicato la nostra presenza. I nostri passeggeri lo scorso anno sono stati più di un milione. Puntiamo a consolidare questo risultato. Quest’anno faremo perno su Venezia, Civitavecchia, Genova, Messina. Al posto di Bari invece ci sarà Napoli, che a differenza dello scalo pugliese ci permette di operare con “Liberty of the Seas”, una nave molto grande, da 150 mila tonnellate».

Quanti sono stati i passeggeri italiani nel 2012?

«Circa 70 mila, puntiamo a consolidare questo risultato».

Lo sa che nel settore si dice che se le tariffe delle crociere sono scese ai minimi, è colpa vostra?

«L’ho sentita. Però scusi, in Italia noi rappresentiamo l’8% della quota di mercato, che all’85% è controllato da quello che potremmo quasi definire il duopolio Costa-Msc. Siamo dei follower, non dei leader. Davvero dalla nostra nicchia possiamo influenzare il mercato? No: siamo noi che ci dobbiamo adeguare».

Genova. Costa ritorna, temete dei problemi di convivenza?

«No. Genova sarà l’home port di una sola nave, “Legend of the Seas”, non credo che potranno esserci problemi. Sinceramente, il mio timore per quest’anno è un altro».

Quale?

«Vuole saperlo? Costa gestirà cinque-sei navi tra Savona e Genova, Msc aggiunge “Divina”. Temo un po’ l’eccesso di offerta».

Se Ponte Parodi fosse destinato ad attività crocieristiche, sareste interessati?

«Beh, non spetta a me dare risposte su questo fronte. Certo, tutto è possibile. Tenga anche conto che la nostra compagnia non investe unicamente in terminal per il loro immediato utilizzo. Talvolta viene fatto un investimento diciamo così “immobiliare”, per il futuro. È già successo: a Ravenna oppure Olbia».

Voi scalate a Portofino con le crociere di lusso e state puntando sulla Spezia. Con le infrastrutture adeguate, continuerete a investire su questo porto?

«Assolutamente sì. La Spezia non solo ha lavorato bene come destinazione turistica per la Liguria Orientale e la Toscana, ma anche come porto back-up per Livorno».

Assunzioni in vista?

«Gli uffici in Italia sono costituiti da circa 50 persone e direi che più o meno siamo stabilizzati. Ma siamo in continua ricerca di personale a bordo: dagli ufficiali al personale alberghiero, per dare una componente sempre più italiana agli equipaggi».

ALBERTO QUARATI


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