L’INTERVISTA Crociere giù del 5% ma Rccl cresce in Italia
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L’INTERVISTA Crociere giù del 5% ma Rccl cresce in Italia
08 settembre 2012
L’INTERVISTA Crociere giù del 5% ma Rccl cresce in Italia
Genova - Il primo bilancio della stagione crocieristica 2012 in Italia tocca alla Royal Caribbean, la compagnia americana che insidia al colosso Carnival il primato di numero uno al mondo del settore. Dopo il disastro della “Costa Concordia”, gli operatori stanno aspettando di capire che piega prenderà il mercato nel Bel Paese, che nonostante sia considerato uno dei più promettenti, già lo scorso anno - rivela Gianni Rotondo, direttore generale della compagnia per l’Italia - ha registrato nelle prenotazioni presso le agenzie di viaggio un calo del 5%, cui seguirà un calo analogo o superiore anche quest’anno. In questi giorni è venuto a fare un sopralluogo in Italia Dominic Paul (foto) , vice-presidente e Managing Director del gruppo per Europa, Medio Oriente e Africa.
Com’è andata questa stagione?
«Vede, si tratta di dati sensibili che non possiamo ancora divulgare. Però le dico questo: la “Concordia” è stato un evento completamente nuovo, e ancora adesso ne stiamo tentando di capire sviluppi e conseguenze. Il calo c’è stato, ma questo è un settore “resilent”, destinato a crescere. Sul medio-lungo termine, non sono preoccupato e in Italia noi abbiamo triplicato i passeggeri».
Non solo “Concordia”. Carburante è sempre più caro, crisi geo-politica su due terzi del Mediterraneo. Avete dovuto abbassare i prezzi.
«Vero. Ma non c’è solo il Mediterraneo: operiamo in tutto il mondo, in Estremo Oriente abbiamo importanti progetti, e insomma direi che riusciamo a compensare quello che qui dobbiamo vendere a prezzi più bassi. Aggiungo che il problema del carburante c’è, ma anche in questo caso è un fatto di compensazione: le navi della nostra flotta oggi consumano infinitamente meno rispetto a quelle con cui operavamo solo dieci anni fa».
Senta, ad Haiti vi siete comprati un’isola. Quand’è che ve ne comprate una anche qui? In Grecia...
«Beh, la situazione è un po’ diversa. Labadee, ad Haiti, è un progetto nato negli Ottanta, mirato a offrire un particolare tipo di esperienza per i crocieristi. Nel Mediterraneo le cose sono un po’ diverse. L’esperienza è offerta dal patrimonio delle città, penso a Roma, Venezia, Napoli...
...Genova.
«...Genova, come no. Però chi lo sa, noi siamo sempre aperti a ogni opportunità».
Come giudica l’offerta del porto e della città?
«Non ho avuto tempo di approfondire, so che i traghetti hanno subìto un forte calo dei traffici. Per il resto mi pare che Genova sia poco conosciuta rispetto al suo valore».
I traffici per la Sardegna sono in calo, voi avete investito su Cagliari. Perché finora le crociere non hanno sfondato su quell’isola?
«Bella domanda. Immagino dipenda un po’ dall’offerta, che deve mescolare natura ma anche arte, cultura e altre cose da fare.Questo forse è più facile a Napoli che in Sardegna. Però l’attenzione per quell’area cresce: e noi investiamo seguendo gli orientamenti della nostra clientela.
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L’INTERVISTA Crociere giù del 5% ma Rccl cresce in Italia
Genova - Il primo bilancio della stagione crocieristica 2012 in Italia tocca alla Royal Caribbean, la compagnia americana che insidia al colosso Carnival il primato di numero uno al mondo del settore. Dopo il disastro della “Costa Concordia”, gli operatori stanno aspettando di capire che piega prenderà il mercato nel Bel Paese, che nonostante sia considerato uno dei più promettenti, già lo scorso anno - rivela Gianni Rotondo, direttore generale della compagnia per l’Italia - ha registrato nelle prenotazioni presso le agenzie di viaggio un calo del 5%, cui seguirà un calo analogo o superiore anche quest’anno. In questi giorni è venuto a fare un sopralluogo in Italia Dominic Paul (foto) , vice-presidente e Managing Director del gruppo per Europa, Medio Oriente e Africa.
Com’è andata questa stagione?
«Vede, si tratta di dati sensibili che non possiamo ancora divulgare. Però le dico questo: la “Concordia” è stato un evento completamente nuovo, e ancora adesso ne stiamo tentando di capire sviluppi e conseguenze. Il calo c’è stato, ma questo è un settore “resilent”, destinato a crescere. Sul medio-lungo termine, non sono preoccupato e in Italia noi abbiamo triplicato i passeggeri».
Non solo “Concordia”. Carburante è sempre più caro, crisi geo-politica su due terzi del Mediterraneo. Avete dovuto abbassare i prezzi.
«Vero. Ma non c’è solo il Mediterraneo: operiamo in tutto il mondo, in Estremo Oriente abbiamo importanti progetti, e insomma direi che riusciamo a compensare quello che qui dobbiamo vendere a prezzi più bassi. Aggiungo che il problema del carburante c’è, ma anche in questo caso è un fatto di compensazione: le navi della nostra flotta oggi consumano infinitamente meno rispetto a quelle con cui operavamo solo dieci anni fa».
Senta, ad Haiti vi siete comprati un’isola. Quand’è che ve ne comprate una anche qui? In Grecia...
«Beh, la situazione è un po’ diversa. Labadee, ad Haiti, è un progetto nato negli Ottanta, mirato a offrire un particolare tipo di esperienza per i crocieristi. Nel Mediterraneo le cose sono un po’ diverse. L’esperienza è offerta dal patrimonio delle città, penso a Roma, Venezia, Napoli...
...Genova.
«...Genova, come no. Però chi lo sa, noi siamo sempre aperti a ogni opportunità».
Come giudica l’offerta del porto e della città?
«Non ho avuto tempo di approfondire, so che i traghetti hanno subìto un forte calo dei traffici. Per il resto mi pare che Genova sia poco conosciuta rispetto al suo valore».
I traffici per la Sardegna sono in calo, voi avete investito su Cagliari. Perché finora le crociere non hanno sfondato su quell’isola?
«Bella domanda. Immagino dipenda un po’ dall’offerta, che deve mescolare natura ma anche arte, cultura e altre cose da fare.Questo forse è più facile a Napoli che in Sardegna. Però l’attenzione per quell’area cresce: e noi investiamo seguendo gli orientamenti della nostra clientela.
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ivanapi- Press Reporter
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Località : civitanova marche
Re: L’INTERVISTA Crociere giù del 5% ma Rccl cresce in Italia
Ivana!
Logico. L'offerta, come detto è ripetuto è nettamente superiore alla domanda.
Ora non ci resta che attendere i risultati di COSTA, MSC e l'esito delle
elezioni americane. Inoltre tutte le compagnie "mass market" offrono, perché
costrette dai porti obsoleti del Mediterraneo, i medesimi itinerari e anche i
prezzi non si differenziano di molto. Cambiare strategia è impossibile. I
"oondomini galleggianti" ci sono e altri stanno per essere varati. Intanto,
malgrado i continui incontri tra "grandi", l'UE sta malissimo.
Ciao.
Logico. L'offerta, come detto è ripetuto è nettamente superiore alla domanda.
Ora non ci resta che attendere i risultati di COSTA, MSC e l'esito delle
elezioni americane. Inoltre tutte le compagnie "mass market" offrono, perché
costrette dai porti obsoleti del Mediterraneo, i medesimi itinerari e anche i
prezzi non si differenziano di molto. Cambiare strategia è impossibile. I
"oondomini galleggianti" ci sono e altri stanno per essere varati. Intanto,
malgrado i continui incontri tra "grandi", l'UE sta malissimo.
Ciao.
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