Corsia speciale per le grandi navi

29/07/2012 - senso unico

Corsia speciale per le grandi navi

Un «senso unico» e una nuova «corsia» scavata nell’acqua: ecco il piano di Venezia per non perdere il business delle crociere. A dire il vero, si tratta del progetto di una parte della città. Quella che, come Roberto Perocchio, ad di Venezia terminal passeggeri, la Spa che gestisce lo scalo, scommette sulle «love boat». «Parlano i numeri: il traffico croceristico rappresenta il 20% del giro turistico di Venezia, dà lavoro a 3 mila famiglie e vale 300 milioni l’anno di spesa a terra dei passeggeri, più 150 milioni di assistenza tecnica alle navi. Il settore è in crescita, dobbiamo attrezzarci per il futuro».

Non che la Serenissima sia rimasta a guardare. Ha realizzato un terminal all’avanguardia (a Ovest della città, tra l’isola del Tronchetto e piazzale Roma), che è diventato il primo «home port» (imbarco e sbarco) d’Europa e del Mediterraneo. I passeggeri movimentati nel 2011 sono stati 1.786.416, il 10,5% in più del 2010, quasi il 500% in più rispetto al 1997. Le «toccate» di queste navi, sempre dal ’97 sono più che triplicate, passando da 206 a 654 l’anno.

E’ proprio questo il problema. Comitati cittadini, associazioni come Italia Nostra e il Fai, volti noti levano gli scudi contro le crociere «tout court». Protestano, firmano petizioni, appelli. Denunciano lo «stupro della città», postano sul web le immagini dei «giganti» che sfilano all’ombra di San Marco; lanciano l’allarme, ambientale e sociale, per una Venezia sempre più alla mercé dei turisti e in emorragia di abitanti (59 mila). E non è solo una questione di «inchini»: il fronte del «no» vuole in laguna solo navi «compatibili col benessere di Venezia», le altre che stiano fuori.

«Anche il passante autostradale di Mestre era stato avversato. Ma oggi tutti ne riconoscono l’importanza fondamentale per l’economia del Nordest», non si scompone Perocchio. «La verità è che stiamo parlando di un problema più estetico che tecnico - spiega il manager -. Dicono che potrebbe verificarsi un “caso Concordia” in laguna? Impossibile. I percorsi sono obbligati, se una nave “sborda” dal canale-rotaia va ad arenarsi sulla sabbia. E poi, ci sono due piloti che assistono il comandante e la nave è allacciata ai rimorchiatori».

Il fronte del «no» parla anche di enormi masse d’acqua risucchiate e scagliate da questi scafi mastodontici contro le rive. «Le navi procedono a velocità ridotta, la massa d’acqua che spostano ha la stessa forza cinetica dell’onda di marea, che interessa la laguna due volte al giorno» ribatte l’ad del terminal, che attenua anche i timori sulle emissioni delle «love boat», «altamente inquinanti» per gli ambientalisti. «Il biossido di zolfo è ridotto, c’è l’accordo per l’utilizzo di bunker “pulito”». Secondo Perocchio, dunque, resterebbe solo il «problema delle navi accostate ai palazzi storici». Estetico. Vaglielo però a dire a chi protesta. Così, per uscire dalle «secche», il fronte del «sì» propone la soluzione Contorta-Sant’Angelo.

Cerchiamo di capire. Oggi le navi da crociera entrano in laguna dalla bocca di Lido, s’infilano nel bacino di San Marco e attraverso il canale della Giudecca (passaggio che manda in visibilio i croceristi) arrivano al terminal; per uscire, stesso percorso. «Si tratta di allargare e dragare il canale Contorta-Sant’Angelo, già esistente. Così, le navi da crociera fino a 340 metri potranno continuare ad entrare dal Lido e passare dalla Giudecca, ma attraverso la nuova via usciranno dalla bocca di Malamocco. Sarà una sorta di senso unico, con un solo passaggio anziché due davanti a San Marco (gli armatori si sono già detti d’accordo, ndr). Mentre solo da Malamocco entreranno e usciranno le altre navi più grandi, che raggiungeranno il terminal sempre col nuovo canale» spiega Perocchio.

Il progetto - sviluppo di 4 miglia, 10 metri di profondità per 80 di larghezza è allo studio del magistrato alle acque e approderà al «Comitatone» (il comitato interministeriale per la salvaguardia di Venezia) in settembre. «Un anno per l’iter, più i passi normativi e finanziari», calcola l’ad del terminal. «E un anno e mezzo di lavori». Il costo? «30-50 milioni. L’opera è d’interesse pubblico, ma potranno esserci partecipazioni private». Il fronte del «no» ribolle: «Il nuovo canale non potrà non stravolgere la laguna». La battaglia continua.

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Ivana!

Magari vedremo anche i semafori. Ma per piacere!

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Sono il solito polemico. Ma non sarebbe meglio spendere qualche euro per rendere
meno pericolosa la vecchia autostrada "Serenissima" che forse è meglio
denominare "Tristissima"?

Ciao.....che afa, avrei voluto rimanere a Bordighera, ma mia moglie aveva
impegni importanti!

Io non so e non mi interessa neanche saperlo....dove buttano i soldi che incassano con il turismo.
........Certo non li buttano per fare migliorie!!!!......
Appena terminati gli impegni, a Bordighera potrai sempre tornarci!!
Ciao

Vero Ivana,

Inutile aggiungere che una crociera di qualità, anche breve, continua a
destare il mio interesse, ma l'albergo GHM di Bordighera rimane una
valida e sempre affascinante alternativa.

.... Giusto ....