MIAMI SI DEFILA, A RISCHIO ANCHE LA BANDIERA.
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MIAMI SI DEFILA, A RISCHIO ANCHE LA BANDIERA.
MIAMI SI DEFILA, A RISCHIO
ANCHE LA BANDIERA
Oggi è il giorno della paura per Costa Crociere, con il numero due della casa-madre della Carnival, Howard Frank, che chiama il presidente e amministratore delegato Pier Luigi Foschi: cosa state combinando in Italia, ragazzi? Naturalmente il contenuto della telefonata è top secret, Foschi non risponde alle telefonate del Secolo XIX e mister Frank, attraverso la sua portavoce Aly Bello, fa sapere da Miami che al momento non ha niente da dire. Parlerà al Seatrade, il meeting internazionale che fa il punto sul mercato delle crociere in programma a metà marzo. L’appuntamento è ancora a Miami e forse quel giorno si discuterà di marchio Costa, come rilanciarlo? E se fosse meglio alienarlo?
Sarebbe un disastro. Un’eventuale Carnival Italia non batterebbe più bandiera tricolore, con ricadute pesantissime sugli organici e sugli stipendi. E le conseguenze fiscali e d’immagine per il sistema Paese, e in primis la Liguria? Cristoforo Canavese, presidente del porto di Savona che è il capolinea della Costa, ieri ha parlato a lungo con i vertici della compagnia. Ufficialmente può dire che «il mercato delle crociere tiene e il nostro prodotto resta appetibile», ma sempre di terminal dedicato si tratta. Con un rapporto privilegiato con Fincantieri.
«Questione di giorni: siamo in piena wave season», fanno sapere dalla casamadre, la «stagione dell’onda» che aiuta a capire come sarà il mercato del 2012. Due, tre settimane. Prima Seatrade e poi gli azionisti Carnival, che dovranno discutere il bilancio 2011, decideranno il futuro di uno dei fiori all’occhiello dell’economia italiana e ligure. Spiega un anonimo operatore d’oltreoceano che Carnival ha perduto il 18 per cento in Borsa, dopo il disastro Concordia, e molto rischia di perdere nei prossimi giorni. Ieri i segnali erano tutti negativi.
Tant’è. Silente Pier Luigi Foschi (nella foto) , silente il direttore generale Gianni Onorato e silente Ferrarini, silenziati tutti i dipendenti con precise disposizioni aziendali e affidato all’ufficio stampa il compito di depistare i giornalisti, restano poche informazioni certe. La più importante: l’Allegra è una nave molto anziana, la più vecchia dell’intera flotta Costa. Rientrando dai mari del sud sarebbe stata destinata al Nord Europa e poi, probabilmente, dirottata in un cantiere di demolizione. La manutenzione dell’impianto elettrico e della sala macchine è stata all’altezza oppure no? I vertici della compagnia oppongono alla domanda il solito, ostinato silenzio. E le voci corrono.
Pare dunque che tra Miami e Genova siano intercorse telefonate furibonde, nelle ultime ore, e che la Carnival stia facendo l’impossibile per separare il proprio destino da quello della società controllata. Spiegano in Florida che lo stato maggiore del colosso crocieristico sta seguendo con il fiato sospeso l’ennesima catastrofe, perché un eventuale tragico epilogo avrebbe ripercussioni a catena. E Seatrade, anche per questo, minaccia di trasformarsi in un processo pubblico all’Italian Style. Se le vacanze per mare sono uno dei pochi settori in espansione, e un marchio rischia di rovinare tutto, si sacrifica il marchio. Elementare: i vertici della compagnia potranno consolarsi con stipendi e liquidazioni milionarie, stock option e brillanti operazioni di borsa, ma migliaia di persone rischiano di perdere il posto di lavoro.
A questo punto è importante sapere se si è trattato solo di sfortuna.
PAOLO CRECCHI
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ANCHE LA BANDIERA
Oggi è il giorno della paura per Costa Crociere, con il numero due della casa-madre della Carnival, Howard Frank, che chiama il presidente e amministratore delegato Pier Luigi Foschi: cosa state combinando in Italia, ragazzi? Naturalmente il contenuto della telefonata è top secret, Foschi non risponde alle telefonate del Secolo XIX e mister Frank, attraverso la sua portavoce Aly Bello, fa sapere da Miami che al momento non ha niente da dire. Parlerà al Seatrade, il meeting internazionale che fa il punto sul mercato delle crociere in programma a metà marzo. L’appuntamento è ancora a Miami e forse quel giorno si discuterà di marchio Costa, come rilanciarlo? E se fosse meglio alienarlo?
Sarebbe un disastro. Un’eventuale Carnival Italia non batterebbe più bandiera tricolore, con ricadute pesantissime sugli organici e sugli stipendi. E le conseguenze fiscali e d’immagine per il sistema Paese, e in primis la Liguria? Cristoforo Canavese, presidente del porto di Savona che è il capolinea della Costa, ieri ha parlato a lungo con i vertici della compagnia. Ufficialmente può dire che «il mercato delle crociere tiene e il nostro prodotto resta appetibile», ma sempre di terminal dedicato si tratta. Con un rapporto privilegiato con Fincantieri.
«Questione di giorni: siamo in piena wave season», fanno sapere dalla casamadre, la «stagione dell’onda» che aiuta a capire come sarà il mercato del 2012. Due, tre settimane. Prima Seatrade e poi gli azionisti Carnival, che dovranno discutere il bilancio 2011, decideranno il futuro di uno dei fiori all’occhiello dell’economia italiana e ligure. Spiega un anonimo operatore d’oltreoceano che Carnival ha perduto il 18 per cento in Borsa, dopo il disastro Concordia, e molto rischia di perdere nei prossimi giorni. Ieri i segnali erano tutti negativi.
Tant’è. Silente Pier Luigi Foschi (nella foto) , silente il direttore generale Gianni Onorato e silente Ferrarini, silenziati tutti i dipendenti con precise disposizioni aziendali e affidato all’ufficio stampa il compito di depistare i giornalisti, restano poche informazioni certe. La più importante: l’Allegra è una nave molto anziana, la più vecchia dell’intera flotta Costa. Rientrando dai mari del sud sarebbe stata destinata al Nord Europa e poi, probabilmente, dirottata in un cantiere di demolizione. La manutenzione dell’impianto elettrico e della sala macchine è stata all’altezza oppure no? I vertici della compagnia oppongono alla domanda il solito, ostinato silenzio. E le voci corrono.
Pare dunque che tra Miami e Genova siano intercorse telefonate furibonde, nelle ultime ore, e che la Carnival stia facendo l’impossibile per separare il proprio destino da quello della società controllata. Spiegano in Florida che lo stato maggiore del colosso crocieristico sta seguendo con il fiato sospeso l’ennesima catastrofe, perché un eventuale tragico epilogo avrebbe ripercussioni a catena. E Seatrade, anche per questo, minaccia di trasformarsi in un processo pubblico all’Italian Style. Se le vacanze per mare sono uno dei pochi settori in espansione, e un marchio rischia di rovinare tutto, si sacrifica il marchio. Elementare: i vertici della compagnia potranno consolarsi con stipendi e liquidazioni milionarie, stock option e brillanti operazioni di borsa, ma migliaia di persone rischiano di perdere il posto di lavoro.
A questo punto è importante sapere se si è trattato solo di sfortuna.
PAOLO CRECCHI
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ivanapi- Press Reporter
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Re: MIAMI SI DEFILA, A RISCHIO ANCHE LA BANDIERA.
Il discorso non fa una piega; comunque le responsabilità vanno accertate, soprattutto mi interesserebbe sapere se qualcuno non ha fatto le manutenzioni necessarie sulla Costa Allegra mettendo a rischio la vita dei passeggeri.
masca1973- Moderatore
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Età : 50
Re: MIAMI SI DEFILA, A RISCHIO ANCHE LA BANDIERA.
Mi associo a Andrea!
"Il discorso non fa una piega; comunque le responsabilità vanno accertate, soprattutto mi interesserebbe sapere se qualcuno non ha
fatto le manutenzioni necessarie sulla Costa Allegra mettendo a rischio la vita dei passeggeri".
Non ho grande simpatia nei riguardi di Micky Arison.......troppo semplice, in questi momenti, tentare di lavarsene le mani.
CARNIVAL deve assumersi le sue belle responsabilità. Non sono così ingenuo da ritenere la compagnia americana totalmente
estranea ai guai di COSTA. Arison mi faccia il piacere!
"Il discorso non fa una piega; comunque le responsabilità vanno accertate, soprattutto mi interesserebbe sapere se qualcuno non ha
fatto le manutenzioni necessarie sulla Costa Allegra mettendo a rischio la vita dei passeggeri".
Non ho grande simpatia nei riguardi di Micky Arison.......troppo semplice, in questi momenti, tentare di lavarsene le mani.
CARNIVAL deve assumersi le sue belle responsabilità. Non sono così ingenuo da ritenere la compagnia americana totalmente
estranea ai guai di COSTA. Arison mi faccia il piacere!
Re: MIAMI SI DEFILA, A RISCHIO ANCHE LA BANDIERA.
Lo penso anch'io non posso dimenticare lo scorso anno l'incendio sulla nave Carnival ai Caraibi ...
masca1973- Moderatore
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Re: MIAMI SI DEFILA, A RISCHIO ANCHE LA BANDIERA.
Si è vero, dai dati che si leggono, questa compagnia è un pò restia a fare accurate manutenzioni.
Meglio una nuova nave e lasciare in balia del mare quelle più annose.
I guai se li vanno a cercare.
Ciao
Meglio una nuova nave e lasciare in balia del mare quelle più annose.
I guai se li vanno a cercare.
Ciao
ivanapi- Press Reporter
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Re: MIAMI SI DEFILA, A RISCHIO ANCHE LA BANDIERA.
Caro Silvano,
ho risposto nel tuo Amarcord in questo senso:
Costa Allegra ripartirà il 18 marzo 2012.
ivanapi Ieri a 1:18 pm
.Taaj Croisières garantisce le partenze sulla Costa Allegra
La società ha noleggiato la motonave dal 18 marzo a metà luglio
La Taaj Croisières, agenzia che ha un contratto per il noleggio della Costa Allegra dal 18 marzo a metà luglio prossimi - e in seguito per l'autunno - ha ricevuto conferma dalla Costa che l'Allegra sarà operativa per quella data.
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Ciao
ho risposto nel tuo Amarcord in questo senso:
Costa Allegra ripartirà il 18 marzo 2012.
ivanapi Ieri a 1:18 pm
.Taaj Croisières garantisce le partenze sulla Costa Allegra
La società ha noleggiato la motonave dal 18 marzo a metà luglio
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ivanapi- Press Reporter
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Re: MIAMI SI DEFILA, A RISCHIO ANCHE LA BANDIERA.
Ivana cara,
Ho notato è risposto. COSTA ALLEGRA non navigherà più. Ora deve rientrare a Genova
per sostituire i motori. Una riparazione veloce non serve a nulla. Non credo che CARNIVAL
investirà altri euro/US$ per una nave in liquidazione. Il passaggio a una compagnia sconosciuta
come la TAAJ è un dato significativo. No, non la vedremo più. La mia è una certezza!
Quanta nostalgia del ponte sole, dove mai ho fatto fatica a trovare un paio di sdraio.
ADDIO E GRAZIE COSTA ALLEGRA!
Mia fotografia
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Ho notato è risposto. COSTA ALLEGRA non navigherà più. Ora deve rientrare a Genova
per sostituire i motori. Una riparazione veloce non serve a nulla. Non credo che CARNIVAL
investirà altri euro/US$ per una nave in liquidazione. Il passaggio a una compagnia sconosciuta
come la TAAJ è un dato significativo. No, non la vedremo più. La mia è una certezza!
Quanta nostalgia del ponte sole, dove mai ho fatto fatica a trovare un paio di sdraio.
ADDIO E GRAZIE COSTA ALLEGRA!
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