Stazioni marittime, il primo terminal di Aponte a Genova.

19 maggio 2011 porto di genova

Sarà Stazioni Marittime il primo terminal di Gianluigi Aponte nel porto di Genova. Se la conquista di una banchina per i container sembra infatti una storia infinita senza (per ora) lieto fine, per l’armatore di Sorrento mettere le mani sulla società che gestisce l’intero traffico passeggeri sarà molto più facile. Per Genova è una rivoluzione: sino ad oggi, infatti, il traffico passeggeri era di fatto gestito da una public company dove il pubblico - l’Autorità portuale - faceva da mediatore rispetto ai diversi soci e operatori dello scalo. In futuro, invece, l’armatore Gianluigi Aponte, che su queste banchine opera con Gnv per i traghetti e con Msc per le crociere, avrà oltre il 51% delle azioni. Dovrà comunque garantire il libero accesso a tutti gli altri operatori, ma è chiaro che qualche mal di pancia tra gli altri armatori è da mettere in conto.

La svolta sarà innescata dalla decisione dell’Autorità portuale di cedere il 24% delle quote che detiene attraverso Finporto, mantenendo invece il 10% che controlla direttamente. Il bando sarà pubblicato a breve e prevede, secondo gli accordi tra i soci, il diritto di prelazione per gli attuali soci in quote proporzionali rispetto a quelle attualmente detenute. Poiché Gnv ha il 32% ed Msc l’11%, ed entrambe le società fanno capo ad Aponte, l’armatore ha già oggi il 43%. Se eserciterà il diritto di prelazione, salirà quindi oltre il 51%, precisamente al 53%.

Roberto Martinoli, amministratore delegato di Gnv, non fa mistero dell’intenzione di esercitare la prelazione «se sarà a un prezzo ragionevole», ma esclude qualsiasi rischio di conflitto d’interesse: «La gestione di Stazioni Marittime sarà, come è già oggi, totalmente slegata da quella delle compagnie - sostiene Martinoli - nessun incrocio pericoloso».

Non si esprime, per il momento, la compagnia crocieristica, Msc, ma secondo fonti vicine al dossier è molto probabile che venga seguita la stessa strada che Gnv, pur aspettando di vedere i numeri, pare intenzionata a intraprendere.

«La nostra scelta di mantenere il 10% delle quote - spiega il presidente del porto Luigi Merlo - rientra nell’ottica di garantire tutti gli utenti. Ma devo dire che questo ruolo di “garanzia” ci è stato sollecitato dagli stessi operatori». E d’altronde la stessa società dovrà rispettare i doveri di servizio pubblico che comunque gli spettano. Basterà questo per garantire gli altri soci? Già in passato le tensioni non sono mancate. Anzi. Uno dei primi dossier spinosi che dovette affrontare il presidente Merlo tre anni fa, quando si insediò, fu la mancata nomina di un consigliere espressione di Costa Crociere nel cda. Sono sin troppo ovvi i motivi di tensione: Genova è un porto molto ambito nel business passeggeri e chi controlla il terminal può ovviamente influenzare la fortuna dei diversi armatori che fanno prua sul porto. D’altra parte, il trend in tutta Europa, e anche in Italia, spinge sempre più verso terminal proprietari: Savona con Costa Crociere è stato, in un certo senso, il precursore. Ma sulla stessa strada si sono incamminati Civitavecchia e altri scali ancora, anche se spesso le compagnie si consorziano tra loro con quote paritetiche.

Costa, attualmente, possiede il 5% delle azioni di Stazioni Marittime, il 7% Moby, il 2% Tirrenia e 5% il Comune, che al momento pare intenzionato a mantenere la sua quota, anche per sfruttare le sinergie nel campo della promozione turistica

FONTE:http://shippingonline.ilsecoloxix.it/p/crociere_e_traghetti/2011/05/19/AOolbIV-marittime_stazioni_genova.shtml