Fincantieri pronta a fare le valige?

Fincantieri tentata dal Canada

Il laborioso salvataggio dei Cantieri Davie, in Quebec, si prolunga. Il giudice dell’Alta corte Etienne Parent, ha accordato una nuova dilazione temporale - la sesta da febbraio 2010 - al cantiere di Levis, cittadina sul fiume San Lorenzo, per riuscire finalmente a trovare un acquirente.

La nuova data fatidica, spiega il giornale canadese Le Soleil, è stata fissata al 10 marzo. Entro quel giorno, i cantieri Davie dovranno finalizzare le trattative con le imprese interessate, in modo tale da convenire sulle modalità che garantiranno l’accesso a un diritto esclusivo di negoziazione, che possa condurre a una transazione definitiva. «Le prossime tre settimane saranno critiche - ha commentato il vice-presidente alle Comunicazioni - Marie-Christine St-Pierre.

Davanti al giudice Parent, il curatore Pierre Laporte, della Samson Belair/Deloitte & Touche, ha parlato di una «negoziazione molto difficile da regolare» con i pretendenti per la società, che al momento sono in numero di quattro. Uno dei consorzi, recentemente si è diviso, e ciascuna delle parti ha inviato autonomamente una manifestazione d’interesse per l’acquisizione dei cantieri Davie. L’identità dei possibili partner rimane tuttavia un enigma. I nomi di Daewoo (Corea del Sud) e di Fincantieri (Italia) continuano a circolare con insistenza. Malgrado l’evoluzione delle trattative, pare che i cantieri Davie al momento non garantirebbero le condizioni minime per soddisfare le richieste degli interessati.

«Al momento, è facile per un investitore uscire dalla transazione. Infatti, sul tavolo abbiamo determinate condizioni che non permettono di incontrare l’offerta» viene spiegato da Davie. «Se non funziona nemmeno questo compromesso, sarà difficile riuscire ad attirare nuovi investitori». «Bisogna fare una buona scelta. Non abbiamo più possibilità di sbagliare» dice St-Pierre, spiegando che la proroga di tempo permetterà di ottenere, agli interessati, ulteriori chiarimenti sull’operazione.

Chi si farà carico dei cantieri Davie dovrà comunque affrontare una fase molto dura. Innanzitutto, sarà necessario uscire dall’amministrazione controllata, se si spera di poter ritornare a ottenere contratti federali per la costruzione di navi. Il ministero dei Lavori pubblici canadese ha pubblicato, la scorsa settimana, le nuove possibili commesse all’interno della Strategia nazionale di approvvigionamento in materia di costruzione navale.

Il governo canadese ha chiesto proposte su nuovi progetti a cinque cantieri navali selezionati: Oltre a Davie, ci sono Irving Shipbuilding, Vancouver Shipyards, Kiewit Offshore Services e la Seaway Marine & Industrial.

Marianna Van Zandt

Shippingonline

Cioè, Fincantieri andrebbe ad acquistare un nuovo cantiere in Canada?
Ho capito bene?
Ciao

L'intenzione sarebbe quella.
Magari non ci costruirà navi da crociera, ma farà manutenzione e costrirà per la difesa come per il cantiere negli Statu Uniti.
Ho forse potrebbe costruire per Costa così Foschi prende i bonus che rimpiange

Secondo me Costa, ha già deciso quale sarà il cantiere che costruirà le sue prossime navi.
Ciao

Avete ragione fatico anch'io a capire certe strategie commerciali...però è vero che molto spesso per ottenere delle commesse da certi governi bisogna avere cantieri in quelle nazioni...vedi Stati Uniti...

Beh, io apprezzo chi da il lavoro alla propria nazione.
Non apprezzo Costa che si fa comandare da Arison e pretende poi di essere italiana.
Ciao

Ma Costa non è più italiana...solo il nome e la bandiera...

Questo lo sappiamo tutti.
E' Foschi che ancora insiste a dire che Costa è italiana.
Finchè facevano le navi qui da noi poteva andar bene, ma se le navi le vanno a costruire da un'altra parte, allora il discorso cambia.
Ciao

C'è un problema di fondo cara Ivana. Quando il governo Prodi voleva svendere Alitalia ai francesi mi si accaponava la pelle...oggi con Costa assitiamo a quello che succede quando si svende un pezzo di economia ad un soggetto estero. E' lui che comanda, è lui che fa le scelte, e sono scelte che dell'Italia se ne fregano altissimamente...

Si, la compagnia è la loro e quindi comandano, però poi, Foschi non potrà più affermare che Costa è italiana.
Io faccio la previsione che se andranno a costruire le navi altrove, gli italiani piano piano abbandoneranno Costa per MSC o altre compagnie.
Ciao

Fondamentalmente penso Ivana che in un'epoca di globalizzazione e paragone di prezzi, gli italiani scelgano sulla base del portafoglio, delle esperienze personali e del sentito dire...l'amor di patria e il nazionalismo ahimè hanno fatto il loro tempo...

Si è vero!
Però io ho constatato che da listino, i prezzi di Costa sono leggermente più alti della MSC e se l'amor di patria è finito e la gente guarda il proprio portafoglio, ecco qui che vale quanto ho scritto sopra.
Ciao

La compagnia sarà sempre italiana come per molti marchi italiani finiti alla ad esempio alla Nestlé o alla Danone.
Pur continuando ad avere un impronta locale, quando si diventa o si fa parte di una multinazionale
e inevitabile che affiori lo stie globale rispetto a quello locale.
Costa ha una storia, degli atteggiamenti, degli uomini italiani, ma da anni la sua impronta e internazionale.
Si è giocato molto su nave costruita in Italia, compagnia italiana, bandiera italiana, ma è un gioco che
lo si fa da molti anni, e sappiamo che dopo un po di anni bisogna cambiare lo spot perché lo slogan perché
quello vecchio non fa più risonanza.
Se questi tre elementi di tricolore sono esistite perché ha loro conveniva ciò, non per rendere felici noi.
Vi ricordate quando gli americani comprarono Costa, apparve il logo dell'Europa. Non era per farci piacere.
Ma era Marketing, dovevano rassicurare i fedelissimi della tradizione, dovevano contrastare l'ascesa di Festival che
usavano come slogan "i maestri delle crociere europee", ma sopratutto vi era in ballo le tasse come extra europeo,
la questione dei contratti del personale di bordo che sulle navi americani era al super minimo, mentre per le navi in
partenza dall'Europa dovevano rispettare le direttive della UE.
Altro che tutto il sentimentalismo che mettiamo noi, e solo business.

Cassa integrazione in Italia ma ha i soldi per acquistare all'estro.
Misteri della finanza.

Più si viene a conoscenza delle operazioni finanziarie e più si resta con l'amaro in bocca.
Ma finirà mai tutto questo marciume?
Ciao

La finanza è un qualcosa di assolutamente indecifrabile...tu pensi che se hai i soldi compri qualcosa...in finanza compri con i finanziamenti e i crediti, con tutta una sequela di operazioni che devi essere veramente uno specialista del settore...troppo al di sopra delle nostre capacità

Capisco perfettamente!
Noi siamo abituati ad acquistare con i soldi in mano o al limite prendendo qualche mutuo in banca.
Loro invece lavorano esclusivamente con i finanziamenti.
Ciao

GRANDI MANOVRE
FINCANTIERI IN CANADA,
SPUNTANO I NORVEGESI
GENOVA. Non solo Fincantieri: c’è anche una società norvegese, la Cecon, in corsa per aggiudicarsi i cantieri navali canadesi Davie, ormai sull’orlo del fallimento.

I manager del gruppo Cecon, che risulta fra i fornitori di Davie e che ha attualmente tre navi in costruzione negli stabilimenti di Lévis, hanno incontrato lo scorso fine settimana a Ottawa i colleghi canadesi e il ministro dello Sviluppo economico del Québec, Clément Gignac. Secondo indiscrezioni non smentite, il gruppo Cecon si presenterebbe in cordata con Snc-Lavalin, azienda specializzata nella realizzazione di navi da difesa costiera. L’obiettivo dei norvegesi è mettere le mani su almeno una parte dei contratti federali da 35 miliardi di dollari nel settore marittimo. Il gruppo Chantier Davie si trova in posizione di protezione fallimentare da circa un anno. La società è obbligata a presentarsi in tribunale il prossimo 10 marzo con il nome di almeno un potenziale acquirente. La transazione vera e propria dovrà concludersi a maggio. solo così i nuovi proprietari potranno accedere al ricco programma federale di costruzioni navali. In corsa, oltre a Cecon, ci sono il colosso sudcoreano Daewoo e l’italiana Fincantieri. Anche il governo del Québec, tuttavia, pretende di partecipare al salvataggio di Davie: il piano industriale sarà presentato nei prossimi giorni, anche se l’ipotesi di un intervento pubblico non sembra entusiasmare i lavoratori. Chi si farà carico dei cantieri Davie dovrà comunque affrontare una fase molto dura. Innanzitutto, sarà necessario uscire dall’amministrazione controllata, se si spera di poter ritornare a ottenere contratti federali per la costruzione di navi. Il ministero dei Lavori pubblici canadese ha pubblicato, la scorsa settimana, le nuove possibili commesse all’interno della Strategia nazionale di approvvigionamento in materia di costruzione navale. Il governo canadese ha chiesto proposte su nuovi progetti a cinque cantieri navali selezionati: oltre a Davie, ci sono Irving Shipbuilding, Vancouver Shipyards, Kiewit Offshore Services e la Seaway Marine & Industrial.

Parlando della situazione della navalmeccanica in Italia, nei giorni scorsi Giuseppe Bono, amministratore delegato di Fincantieri, aveva usato parole molto pesanti: «Sono sfiduciato e demoralizzato dallo stato in cui versa questo Paese, che proprio non so in che direzione andare». «Manca una cultura del fare , manca la capacità di guardare avanti. Penso al nostro piano per andare in Borsa nel 2006, era tutto pronto ma le pressioni esterne, a cominciare da quelle dei sindacati, e le scelte del governo lo impedirono. Ora si sta a discutere se un cantiere deve o meno restare aperto - aveva aggiunto Bono - ma il problema è molto più grave. Fra dieci anni, se non cambiamo il modo di intendere il lavoro, le navi questo Paese non le potrà più fare perché mancano i mestieri, manca la formazione. Noi abbiamo preso dei cantieri negli Usa e vediamo che là lavorano 1.800 ore l’anno contro le 1.350-1.400 dell’Italia».

Shippingonline

Scusate se dico qualche fesseria!
Ma Fincantieri, che ha tanti grattacapi qui in Italia, va a concorrere per l'acquisizione di un altro cantiere in America che a quanto pare, se la passa peggio di noi, essendo sull'orlo del fallimento.
Oltretutto, per fare questa operazione, Fincantieri dovrà accollarsi un enorme finanziamento.
Ma non farebbe meglio ad investire quei soldi sui cantieri italiani?
Ciao

In Italia il costo del lavoro e troppo alto.
In Italia attualmente non può ottenere finanziamenti ulteriori.
Comprare un cantiere che si dirige versp il fallimento conviene.
All'estero per una operazione del genere può avere dei finanziamenti.
Se per l'Italia non ha contratti può chiudere o licenziare quelle che per loro sono zavorre.
All'estero pagherebbero meno tasse e quindi maggiori profitti.

Mi pare di capire, che con il sistema che abbiamo, l'Italia è messa un pò maluccio.
Se l'unica soluzione per uscirne fuori è quella di chiudere e licenziare, adesso capisco anche perchè tutte le grandi aziende scappano all'estero.
Ciao

In parte ha ragione in parte sono lacrime di coccodrillo.
Finché lo alimenti tutto bene, quando non lo fai più ti strappa una gamba.

Io no ci posso credere...ipocrisia allo stato puro...bla bla parole...che faccia lui delle proposte sensate. Se per lui l'unica soluzione è andare all'estero siamo messi prorpio bene, se l'imprenditoria italiana è questa siamo a posto.
Proposte non chiacchiere!!!!!

Caro masca1973 Bono vuole solo i finanziamenti.
Tu stato non me li puoi dare, va bene, trovami i finanziatori o le commesse.
Chi è stato sempre attaccato alle mammelle non è cresciuto, ed quello che molte imprese hanno fatto.

Putroppo la tua analisi corrisponde alla dura realtà...ed è l'analisi di certa imprenditoria italiana che non ha nessuna possibilità di crescere...purtroppo ahimè di Marchionne ce n'è pochi...