TIRRENIA LASCIA LA SEDE STORICA
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TIRRENIA LASCIA LA SEDE STORICA
La nuova Tirrenia
trasloca dalla storia
Napoli - Tirrenia-Cin guidata da Ettore Morace lascerà, a fine novembre, lo splendido Palazzo Sirignano sede della storica compagnia di navigazione dal 1937. Lì, Tirrenia per ben 76 anni, ha vissuto la sua vita, passando dagli splendori ai disastri della guerra, dalla rinascita con la ricostruzione ed il rilancio della flotta divenuta una delle più importanti compagnie del Mediterraneo fino ad arrivare, tra alterne vicende, alla privatizzazione del 19 luglio 2012.
Un trasferimento che significa chiudere con il passato? Lo chiediamo all’ad di CIN Ettore Morace.
«Assolutamente no, la storia ed il passato della compagnia faranno sempre parte di Tirrenia, ma è il passato. Oggi si lavora all’insegna della velocità e della modernità. Palazzo Sirignano è bellissimo ma basta. Non è funzionale, è dispersivo e costoso. Ci trasferiamo, con i circa 150 dipendenti amministrativi, a Calata Porta di Massa, in uffici moderni, 3mila mq su due piani completamente ristrutturati. Siamo soddisfatti e per più di un motivo: siamo all’interno del porto, vicini al nostro terminal, alle navi, alle nostre attività».
Con quali risultati arriviamo alla nuova sede?
«Abbiamo concluso il primo anno di gestione e guardiamo avanti con grinta e fiducia. Dal punto di vista operativo si è fatto molto sia in termini di ristrutturazione della flotta (abbiamo venduto le vecchie unità e riammodernato le rimanenti) ma sono cambiati molto i servizi di bordo per i quali abbiamo ricevuto molti riconoscimenti dalla clientela. Oggi è diverso l’approccio verso i passeggeri, è cambiata la mentalità dei dipendenti che hanno dato dimostrazione di professionalità e responsabilità nell’affrontare la prima estate Cin»
Com’è andata?
«Bene pur in presenza di una pesante crisi. Nei primi otto mesi abbiamo raggiunto un fatturato del 18,8% in più passando dai 145 milioni di euro del 2012 ai 172 circa trasportando 1milione500mila passeggeri (più 4%) e 2milioniemezzo di metri lineari di carico pari ad un più 6% verso la Sardegna che rimane il nostro core business. Una particolare performance si è registrata sulla linea Napoli – Cagliari con l’impiego, da giugno, della nuova unità “Dimonios” che, grazie ai minori tempi di percorrenza e ad capacità di trasporto superiore del 20%, abbiamo raddoppiato sia i passeggeri che i camion trasportati. E’ diminuito anche l’indebitamento con le banche sceso da 88 a 68milioni con una riduzione di 20 milioni in un solo anno di attività».
Tutto bene allora?
«Certamente no, i problemi rimangono. Soffriamo anche noi dello spropositato aumento del carburante che incide sul totale dei costi per circa il 50%. Abbiamo risentito della crisi che ha colpito soprattutto le isole e, per cercare di destagionalizzare il turismo in Sardegna, abbiamo stretto numerosi accordi commerciali con numerosi operatori specie sardi, ma non solo ed abbiamo praticato tariffe particolari. Con i sindacati, riapriremo, nel mese di ottobre, il tavolo di trattative per giungere alla normalizzazione di alcune posizioni contrattuali lasciate in eredità dalla vecchia gestione. Ma anche la convenzione con lo Stato (72 milioni di contributi annui per otto anni) è materia di trattativa con il Ministero dei Trasporti»
Vale a dire?
«Le linee in convenzione perdono più dei 72 milioni accordati (quest’anno abbiamo speso 15 milioni in più). Bisogna considerare, infatti, che l’importo venne calcolato nel 2009 quando il costo del carburante era più basso ed i traffici più elevati. Per questo abbiamo aperto un tavolo con la Regione Sardegna ed il Ministero dei Trasporti per ottimizzare i collegamenti da e per l’isola».
Quali sono i suoi rapporti con i soci?
«Con la maggioranza di loro, direi buoni».
Bianca d’Antonio
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trasloca dalla storia
Napoli - Tirrenia-Cin guidata da Ettore Morace lascerà, a fine novembre, lo splendido Palazzo Sirignano sede della storica compagnia di navigazione dal 1937. Lì, Tirrenia per ben 76 anni, ha vissuto la sua vita, passando dagli splendori ai disastri della guerra, dalla rinascita con la ricostruzione ed il rilancio della flotta divenuta una delle più importanti compagnie del Mediterraneo fino ad arrivare, tra alterne vicende, alla privatizzazione del 19 luglio 2012.
Un trasferimento che significa chiudere con il passato? Lo chiediamo all’ad di CIN Ettore Morace.
«Assolutamente no, la storia ed il passato della compagnia faranno sempre parte di Tirrenia, ma è il passato. Oggi si lavora all’insegna della velocità e della modernità. Palazzo Sirignano è bellissimo ma basta. Non è funzionale, è dispersivo e costoso. Ci trasferiamo, con i circa 150 dipendenti amministrativi, a Calata Porta di Massa, in uffici moderni, 3mila mq su due piani completamente ristrutturati. Siamo soddisfatti e per più di un motivo: siamo all’interno del porto, vicini al nostro terminal, alle navi, alle nostre attività».
Con quali risultati arriviamo alla nuova sede?
«Abbiamo concluso il primo anno di gestione e guardiamo avanti con grinta e fiducia. Dal punto di vista operativo si è fatto molto sia in termini di ristrutturazione della flotta (abbiamo venduto le vecchie unità e riammodernato le rimanenti) ma sono cambiati molto i servizi di bordo per i quali abbiamo ricevuto molti riconoscimenti dalla clientela. Oggi è diverso l’approccio verso i passeggeri, è cambiata la mentalità dei dipendenti che hanno dato dimostrazione di professionalità e responsabilità nell’affrontare la prima estate Cin»
Com’è andata?
«Bene pur in presenza di una pesante crisi. Nei primi otto mesi abbiamo raggiunto un fatturato del 18,8% in più passando dai 145 milioni di euro del 2012 ai 172 circa trasportando 1milione500mila passeggeri (più 4%) e 2milioniemezzo di metri lineari di carico pari ad un più 6% verso la Sardegna che rimane il nostro core business. Una particolare performance si è registrata sulla linea Napoli – Cagliari con l’impiego, da giugno, della nuova unità “Dimonios” che, grazie ai minori tempi di percorrenza e ad capacità di trasporto superiore del 20%, abbiamo raddoppiato sia i passeggeri che i camion trasportati. E’ diminuito anche l’indebitamento con le banche sceso da 88 a 68milioni con una riduzione di 20 milioni in un solo anno di attività».
Tutto bene allora?
«Certamente no, i problemi rimangono. Soffriamo anche noi dello spropositato aumento del carburante che incide sul totale dei costi per circa il 50%. Abbiamo risentito della crisi che ha colpito soprattutto le isole e, per cercare di destagionalizzare il turismo in Sardegna, abbiamo stretto numerosi accordi commerciali con numerosi operatori specie sardi, ma non solo ed abbiamo praticato tariffe particolari. Con i sindacati, riapriremo, nel mese di ottobre, il tavolo di trattative per giungere alla normalizzazione di alcune posizioni contrattuali lasciate in eredità dalla vecchia gestione. Ma anche la convenzione con lo Stato (72 milioni di contributi annui per otto anni) è materia di trattativa con il Ministero dei Trasporti»
Vale a dire?
«Le linee in convenzione perdono più dei 72 milioni accordati (quest’anno abbiamo speso 15 milioni in più). Bisogna considerare, infatti, che l’importo venne calcolato nel 2009 quando il costo del carburante era più basso ed i traffici più elevati. Per questo abbiamo aperto un tavolo con la Regione Sardegna ed il Ministero dei Trasporti per ottimizzare i collegamenti da e per l’isola».
Quali sono i suoi rapporti con i soci?
«Con la maggioranza di loro, direi buoni».
Bianca d’Antonio
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ivanapi- Press Reporter
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Località : civitanova marche
Re: TIRRENIA LASCIA LA SEDE STORICA
Se hanno bisgno di spazzi più funzionali e di un affitto meno oneroso rispetto ad palazzo storico ok. Ma non vorrei che sotto ci sia dell'altro.
Giovanni- Galleria Fotografica
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