COSTA, DUE MESI PER NON MORIRE
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COSTA, DUE MESI PER NON MORIRE
COSTA, DUE MESI PER NON MORIRE
Genova - Da perla più preziosa della collana a fardello imbarazzante: due incidenti - anzi, un incidente quello di ieri, una tragedia immane quella del 13 gennaio - hanno messo ko Costa Crociere: forse mai nella storia di un marchio c’è stata una così repentina perdita di valore.
La domanda che circola a questo punto non è se, ma quando: quando Carnival deciderà di ripartire da zero rispetto alla sua controllata italiana? Ci sono due strade: la prima è il cambio degli attuali vertici - il presidente e amministratore delegato Pier Luigi Foschi e il direttore generale Gianni Onorato - per far spazio a nuovi dirigenti, magari paracadutati da Miami. Tanto più qualora arrivasse per i manager italiani un’iscrizione al registro degli indagati per la Concordia. La seconda ipotesi, più radicale ma forse più probabile, tanto che è stata ipotizzata dallo stesso Foschi in un’intervista alla Stampa, è la cancellazione del marchio acquistato a caro prezzo nel 1997 per sfondare in Europa. Allora Micky Arison aveva visto giusto: con Foschi, Costa è cresciuta sino ai 2,145 milioni di passeggeri del 2010, per 2,85 miliardi di euro di fatturato. Non solo: è al manager italiano che la holding si è affidata quando ha scelto di crescere in Germania con Aida e in Spagna con Iberocruceros. Per Genova perdere Costa sarebbe un disastro: quando si parla di marchio si parla di un’azienda che dà lavoro a migliaia di persone in città, senza contare il legame storico con i cantieri navali. Contro la cancellazione del marchio c’è anche il fatto che, sino ad oggi, il made in Italy nelle crociere è stato sinonimo di successo: è disposta Carnival a lasciar campo libero al principale competitor Msc?
Sono dubbi avanzati da più parti, ma i numeri sono numeri e come hanno portato Foschi ai vertici possono portarlo nella polvere nelle prossime settimane. Bisogna guardare il calendario: a marzo-aprile si concentrano la maggior parte delle prenotazioni per i mesi estivi. I primi dati parlano di un crollo delle prenotazioni del 35%, nonostante le promozioni. Sono numeri che potrebbero aggravarsi nelle prossime, decisive settimane. Il 30 aprile dovrebbe poi essere presentato il bilancio per l’anno che chiude e che, gioco forza, dovrà contenere anche indicazioni sui mesi a venire. Secondo diversi osservatori, sino a quella data difficilmente saranno fatti annunci di cambio del management o cancellazione del marchio: la priorità è superare l’emergenza. Ma i giochi, probabilmente, si apriranno subito dopo anche perché già prima dell’incidente le cose non andavano benissimo: nell’anno fiscale 2011 chiuso a novembre l’intero gruppo, complice la congiuntura internazionale e il costo del gasolio, avrà una riduzione dell’utile operativo del 3,9%, mentre l’obiettivo era un aumento del 18%.
A fronte di ciò, sono stati tagliati i compensi dei manager. Tagliati per modo di dire visto che ad Arison andranno 3 milioni di dollari, a Foschi 2,06 milioni.
Ci sono poi, nella vicenda, due fatti che non vanno sottovalutati: come notato da diversi osservatori americani esperti di comunicazione, il capo-azienda Micky Arison ha sinora deliberatamente scelto di non comparire nel caso Concordia, quasi a non voler sporcare l’imma gine della capogruppo con Costa. Nei giorni immediatamente seguenti il caso Concordia, però, a Genova è subito arrivato Howard S. Frank, il manager braccio operativo di Arison e “mente” della campagna di acquisizioni in Europa partita proprio con Costa Crociere nel 1997. Per alcuni osservatori, quasi la chiusura di un cerchio.
SAMUELE CAFASSO
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Genova - Da perla più preziosa della collana a fardello imbarazzante: due incidenti - anzi, un incidente quello di ieri, una tragedia immane quella del 13 gennaio - hanno messo ko Costa Crociere: forse mai nella storia di un marchio c’è stata una così repentina perdita di valore.
La domanda che circola a questo punto non è se, ma quando: quando Carnival deciderà di ripartire da zero rispetto alla sua controllata italiana? Ci sono due strade: la prima è il cambio degli attuali vertici - il presidente e amministratore delegato Pier Luigi Foschi e il direttore generale Gianni Onorato - per far spazio a nuovi dirigenti, magari paracadutati da Miami. Tanto più qualora arrivasse per i manager italiani un’iscrizione al registro degli indagati per la Concordia. La seconda ipotesi, più radicale ma forse più probabile, tanto che è stata ipotizzata dallo stesso Foschi in un’intervista alla Stampa, è la cancellazione del marchio acquistato a caro prezzo nel 1997 per sfondare in Europa. Allora Micky Arison aveva visto giusto: con Foschi, Costa è cresciuta sino ai 2,145 milioni di passeggeri del 2010, per 2,85 miliardi di euro di fatturato. Non solo: è al manager italiano che la holding si è affidata quando ha scelto di crescere in Germania con Aida e in Spagna con Iberocruceros. Per Genova perdere Costa sarebbe un disastro: quando si parla di marchio si parla di un’azienda che dà lavoro a migliaia di persone in città, senza contare il legame storico con i cantieri navali. Contro la cancellazione del marchio c’è anche il fatto che, sino ad oggi, il made in Italy nelle crociere è stato sinonimo di successo: è disposta Carnival a lasciar campo libero al principale competitor Msc?
Sono dubbi avanzati da più parti, ma i numeri sono numeri e come hanno portato Foschi ai vertici possono portarlo nella polvere nelle prossime settimane. Bisogna guardare il calendario: a marzo-aprile si concentrano la maggior parte delle prenotazioni per i mesi estivi. I primi dati parlano di un crollo delle prenotazioni del 35%, nonostante le promozioni. Sono numeri che potrebbero aggravarsi nelle prossime, decisive settimane. Il 30 aprile dovrebbe poi essere presentato il bilancio per l’anno che chiude e che, gioco forza, dovrà contenere anche indicazioni sui mesi a venire. Secondo diversi osservatori, sino a quella data difficilmente saranno fatti annunci di cambio del management o cancellazione del marchio: la priorità è superare l’emergenza. Ma i giochi, probabilmente, si apriranno subito dopo anche perché già prima dell’incidente le cose non andavano benissimo: nell’anno fiscale 2011 chiuso a novembre l’intero gruppo, complice la congiuntura internazionale e il costo del gasolio, avrà una riduzione dell’utile operativo del 3,9%, mentre l’obiettivo era un aumento del 18%.
A fronte di ciò, sono stati tagliati i compensi dei manager. Tagliati per modo di dire visto che ad Arison andranno 3 milioni di dollari, a Foschi 2,06 milioni.
Ci sono poi, nella vicenda, due fatti che non vanno sottovalutati: come notato da diversi osservatori americani esperti di comunicazione, il capo-azienda Micky Arison ha sinora deliberatamente scelto di non comparire nel caso Concordia, quasi a non voler sporcare l’imma gine della capogruppo con Costa. Nei giorni immediatamente seguenti il caso Concordia, però, a Genova è subito arrivato Howard S. Frank, il manager braccio operativo di Arison e “mente” della campagna di acquisizioni in Europa partita proprio con Costa Crociere nel 1997. Per alcuni osservatori, quasi la chiusura di un cerchio.
SAMUELE CAFASSO
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ivanapi- Press Reporter
- Messaggi : 8729
Data d'iscrizione : 30.10.08
Località : civitanova marche
Re: COSTA, DUE MESI PER NON MORIRE
Incrocio le dita per Genova ...
masca1973- Moderatore
- Messaggi : 5108
Data d'iscrizione : 14.08.10
Età : 50
Re: COSTA, DUE MESI PER NON MORIRE
Ho toccato più volte il mio "cornetto rosso"!
Purtroppo, questa volta, credo che funzionerà.
Purtroppo, questa volta, credo che funzionerà.
Re: COSTA, DUE MESI PER NON MORIRE
Se penso che una compagnia possa in mettere in mare una nave "raccogliticcia" mi vengono i brividi ...
masca1973- Moderatore
- Messaggi : 5108
Data d'iscrizione : 14.08.10
Età : 50
Re: COSTA, DUE MESI PER NON MORIRE
Andrea!
Sai che amo le vecchie navi, ma COSTA ALLEGRA andava liquidata anni or sono.
Nel 2003, nella mia ultima crociera su questa nave, nulla funzionava. Sono
stato fortunato che almeno i motori non si sono fermati!
Ora COSTA ALLEGRA, rifornita di cibo tramite elicotteri, mi pare la leggendaria
nave israeliana EXODUS, nave che riportò parecchi ebrei nella loro terra!
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SONO TRISTE, VERAMENTE TRISTE!
Sai che amo le vecchie navi, ma COSTA ALLEGRA andava liquidata anni or sono.
Nel 2003, nella mia ultima crociera su questa nave, nulla funzionava. Sono
stato fortunato che almeno i motori non si sono fermati!
Ora COSTA ALLEGRA, rifornita di cibo tramite elicotteri, mi pare la leggendaria
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