Naufragio Concordia. Il legale: false le accuse di De Falco.
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Naufragio Concordia. Il legale: false le accuse di De Falco.
28 gennaio 2012
naufragio concordia
IL LEGALE:«FALSE
LE ACCUSe DI DE FALCO»
Grosseto - Non è detto che la saga De Falco-Schettino sia poi semplificabile nella dinamica comandante eroe-comandante codardo. Basta leggere gli atti presenti nello stesso fascicolo del pubblico ministero per trovare qualcosa che non torna. Non solo la Costa Concordia è stata “libera” di seguire una rotta altamente pericolosa senza che nessuna capitaneria di porto se ne accorgesse, anche per colpa di quel “buco” di almeno 6 minuti nel sistema Ais di cui ha scritto il Secolo XIX. Ma la famosa telefonata che ha fatto il giro del mondo, quella in cui il comandante della capitaneria di Livorno urla a Schettino “Torni a bordo!”, è dell’una e 42 di notte, ovvero dopo oltre tre ore e mezza dall’allarme e di (pacifica?) collaborazione tra i due “rivali”.
Il punto, in attesa delle sentenze, non è se il comandante della nave sia o meno colpevole di omicidio plurimo colposo, abbandono della nave e naufragio. Ma se debba stare in carcere o agli arresti domiciliari. Allora nel verbale dell’udienza di convalida del fermo di Schettino, quella al termine della quale il gip Valeria Montesarchio ha dato tanto scandalo concedendogli i domiciliari, a pagina 134 si leg ge un’accusa gravissima. Dice l’avvocato del “comandante cattivo”, Bruno Leporatti: «Non ho nessuna remora a dire che il comandante Schettino è stato ingiustamente fermato sulla scorta di informazioni false fornite dalla capitaneria di porto (…) Al foglio 170 del fascicolo noi troviamo una straordinaria affermazione del De Falco (foto) che è poi quello che gli ordina di tornare a bordo e che lo minaccia della galera… l’oggetto è la telefonata tra il De Falco e il dottor Pizza e, ometto quel che dev’essere omesso, “probabilmente per la concitazione della fase di emergenza che stavo seguendo e coordinando dalla sala operativa della capitaneria, potrei erroneamente avere fatto intendere che lo Schettino fosse stato sorpreso nell’intento di sottrarre la scatola nera”». Ora, continua l’avvocato, «excusatio non petita, accusatio manifesta, perché evidentemente il comandante De Falco conosceva il contenuto del provvedimento di fermo in cui si valorizza questo atto, questo intento». E allora ecco perché il gip Montesarchio non riconosce il pericolo di inquinamento delle prove, ma solo la reiterazione del reato, visto che il 17 gennaio la Costa non aveva ancora sospeso il suo comandante.
FRANCESCO BONAZZI
© riproduzione riservata
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IL LEGALE:«FALSE
LE ACCUSe DI DE FALCO»
Grosseto - Non è detto che la saga De Falco-Schettino sia poi semplificabile nella dinamica comandante eroe-comandante codardo. Basta leggere gli atti presenti nello stesso fascicolo del pubblico ministero per trovare qualcosa che non torna. Non solo la Costa Concordia è stata “libera” di seguire una rotta altamente pericolosa senza che nessuna capitaneria di porto se ne accorgesse, anche per colpa di quel “buco” di almeno 6 minuti nel sistema Ais di cui ha scritto il Secolo XIX. Ma la famosa telefonata che ha fatto il giro del mondo, quella in cui il comandante della capitaneria di Livorno urla a Schettino “Torni a bordo!”, è dell’una e 42 di notte, ovvero dopo oltre tre ore e mezza dall’allarme e di (pacifica?) collaborazione tra i due “rivali”.
Il punto, in attesa delle sentenze, non è se il comandante della nave sia o meno colpevole di omicidio plurimo colposo, abbandono della nave e naufragio. Ma se debba stare in carcere o agli arresti domiciliari. Allora nel verbale dell’udienza di convalida del fermo di Schettino, quella al termine della quale il gip Valeria Montesarchio ha dato tanto scandalo concedendogli i domiciliari, a pagina 134 si leg ge un’accusa gravissima. Dice l’avvocato del “comandante cattivo”, Bruno Leporatti: «Non ho nessuna remora a dire che il comandante Schettino è stato ingiustamente fermato sulla scorta di informazioni false fornite dalla capitaneria di porto (…) Al foglio 170 del fascicolo noi troviamo una straordinaria affermazione del De Falco (foto) che è poi quello che gli ordina di tornare a bordo e che lo minaccia della galera… l’oggetto è la telefonata tra il De Falco e il dottor Pizza e, ometto quel che dev’essere omesso, “probabilmente per la concitazione della fase di emergenza che stavo seguendo e coordinando dalla sala operativa della capitaneria, potrei erroneamente avere fatto intendere che lo Schettino fosse stato sorpreso nell’intento di sottrarre la scatola nera”». Ora, continua l’avvocato, «excusatio non petita, accusatio manifesta, perché evidentemente il comandante De Falco conosceva il contenuto del provvedimento di fermo in cui si valorizza questo atto, questo intento». E allora ecco perché il gip Montesarchio non riconosce il pericolo di inquinamento delle prove, ma solo la reiterazione del reato, visto che il 17 gennaio la Costa non aveva ancora sospeso il suo comandante.
FRANCESCO BONAZZI
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Località : civitanova marche
Re: Naufragio Concordia. Il legale: false le accuse di De Falco.
Ivana!
Forse è giunto il momento di non leggere più nulla
e navigare solo su siti delle crociere (non su quello
COSTA almeno fino al termine delle polemiche!)
No, non capisco più nulla......non è l'età e nemmeno
il cuore matto!
Forse è giunto il momento di non leggere più nulla
e navigare solo su siti delle crociere (non su quello
COSTA almeno fino al termine delle polemiche!)
No, non capisco più nulla......non è l'età e nemmeno
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